Dettaglio notizia

CFP 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale (scadenza 10 gennaio 2022)

|   Bandi

Si terranno a Tivoli (RM) dal 9 all'11 giugno 2022 promossi dall'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale e dall'Università La Sapienza di Roma

Riportiamo di seguito l'introduzione di Edoardo Currà, Presidente AIPAI, alla Call for Papers completa che è possibile scaricare al seguente collegamento ipertestuale.

I territori e le città contemporanei sono innervati dai segni della produzione e del lavoro: da quelli impressi nel paesaggio post-industriale a quelli ravvisabili nell’organizzazione, nelle aspirazioni e nelle criticità della società attuale. Sono gli effetti visibili di un passato molto prossimo, impossibili da trascurare per le sfide culturali, economico-sociali e ambientali del presente e degli anni a venire. Il recupero del Patrimonio Industriale è perciò strategico e passa per il riconoscimento dei valori propri dell’eredità industriale che, grazie all’affermazione e alla diffusione dei metodi dell’Archeologia Industriale, porta all’emersione di cospicui giacimenti della memoria che aiutano a comprendere modi e strutture della società e dell’uomo contemporaneo.
È un processo di arricchimento collettivo che rende ancora più chiara l’urgenza di diffondere gli strumenti d’indagine, di lettura e di tutela che sin dall’origine sono prerogativa delle diverse discipline fondative dell’archeologia industriale, a partire da quelle di stampo storico-economico, architettonico-tecnologico e storico industriale, a cui negli anni si sono aggiunte nuove ed essenziali sensibilità come quelle verso i caratteri paesaggistici e le qualità sanitarie e ambientali dei territori post-industriali.
Un ruolo fondamentale, in questa familiarizzazione con il passato recente, va certamente riconosciuto alle forme e agli operatori del turismo industriale e all’affermazione dell’heritage marketing come risorsa per l’azienda e per il suo territorio.
Le città europee in generale e quelle italiane in particolare, mostrano i segni di una stratificazione patrimoniale secolare che travalica i confini stessi delle rivoluzioni industriali. Vocazioni produttive, che si sono perpetuate nei secoli o nei millenni, lo sfruttamento prolungato di risorse naturali, l’incredibile longevità di infrastrutture o opere idrauliche a supporto delle produzioni – artigiano-organizzate prima e industriali poi – sono una caratteristica diffusa del nostro territorio che pongono il Patrimonio Industriale al centro dell’interesse delle storie – quella economica, delle costruzioni, dell’architettura, della città – e delle iniziative di governo, di pianificazione, delle azioni progettuali e di quelle imprenditoriali.
Nel clima generale di ripensamento dei contesti urbani e dei territori produttivi vi sono molti ambiti che mettono alla prova gli operatori del Patrimonio Industriale e si vuole offrire un contesto plurale per condividere studi, metodologie, buone pratiche ed esperienze positive.

Per questo il congresso si mostra molto articolato, con ben 11 aree tematiche che introducono ad una riflessione ampia, rinnovata e non limitata ai settori e agli specialismi classici dell’Archeologia Industriale.
Si riparte dalla macchina, perno dell’industria, per ampliare lo sguardo a città, territori e paesaggi, studi, strategie e prassi operative. La riflessione patrimoniale è a tutto tondo e interessa, da un lato, oggetti e organismi: le macchine utensili, i motori, le fabbriche, le architetture industriali, l’edilizia aziendale, le infrastrutture urbane, regionali e superiori; dall’altro i documenti, il mondo figurativo, la comunicazione e le testimonianze che permettono la narrazione della memoria del lavoro. Si affronta tutto lo spettro dei principi e delle azioni legate alla gestione, all’uso o alla nuova vita della fabbrica, delle architetture e delle aree industriali: dal restauro al recupero, alle pratiche di rigenerazione, occorre porre in atto visioni compiute e culturalmente compatibili per un uso contemporaneo del patrimonio.
Al centro si collocano la necessità e l’opportunità della costruzione di una coscienza condivisa del riconoscimento patrimoniale. Si arriva così ad una valorizzazione
consapevole delle risorse culturali industriali, alla collaborazione tra organi di tutela, università e associazioni, come AIPAI, per la definizione di una tutela informata, di ogni ordine e grado, dai provvedimenti locali e pianificatori, a quelli nazionali, dai modelli posti in atto nella gestione e per lo sviluppo dei siti UNESCO del Patrimonio Industriale presenti nella World Heritage List, alle molteplici strategie sperimentate nelle prassi progettuali. Alla base la capacità di coinvolgere nel processo di tutela e rigenerazione sostenibile le risorse e i soggetti del territorio, inserendoli nel network nazionale e internazionale.

Per questo l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale –AIPAI, nel celebrare i 25 anni di impegno sul fronte del censimento, della conoscenza, della tutela e della valorizzazione del Patrimonio Industriale, organizza e promuove i 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale, che si svolgeranno a Roma dal 9 all’11 giugno 2022, per chiamare nuovamente a riunirsi studiosi, amministrazioni, enti preposti alla conservazione e alla tutela, progettisti, associazioni, operatori turistici e tutti i soggetti coinvolti nel vasto impegno in questo ancora-giovane ambito di heritage.

La visione congressuale è quindi di ampia prospettiva ed è ben rappresentata dall’insieme delle aree tematiche, che toccano tutti i temi dell’attualità del Patrimonio Industriale. Le numerose sessioni propongono infine specifici approfondimenti che potranno essere integrati da quelli che scaturiranno dalle submission dai partecipanti.

 

Foto in licenza CC tratta da www.flickr.com/photos/geomangio/5674930823/

Indietro