Dopo la II Guerra Mondiale L’Europa fu interessata da una serie di politiche territoriali che i governi nazionali attuarono per favorire lo sviluppo economico da implementare attraverso l’industria. La pianificazione di nuove zone industriali pensate dai governi centrali o il rimodellamento di aree industriali già esistenti possono essere letti come la concretizzazione di una più ampia politica volta a favorire la crescita e lo sviluppo economico. L’esperienza italiana, con l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno e la promulgazione della Legge Pastore (n. 634/1957), rappresenta senza dubbio un caso emblematico di industrializzazione assistita che, nella compartecipazione di investimenti pubblici e capitali privati, vide la nascita di nuovi paesaggi industriali. La comparazione con altri contesti europei – quali la Francia dei pôles de croissance teorizzati di Francois Perroux o i gli impianti industriali finanziati dal governo in Irlanda – rappresentano un possibile punto di partenza per indagare i processi sequenziali di industrializzazione, deindustrializzazione o conformazioni altre assunte dagli spazi produttivi che lo Stato “dirigista” aveva avviato.
La sessione è aperta a contributi che, con un approccio multidisciplinare, riflettano sull’attitudine adattiva o meno di contesti urbani e/o regionali e i loro sviluppi, interpretando o re-interpretando i modi in cui le città (e i territori) hanno affrontato, gestito, sfruttato o subìto i processi di cambiamento economico indotti dalle politiche pubbliche.
Tempistiche
La call for paper è aperta fino al 15 aprile 2022. Comunicazione dell’accettazione entro il 15 maggio 2022.
Il testo esteso (full paper) potrà essere consegnato fino al 28 agosto 2022
Coordinatori:
Ilaria Zilli (Università degli Studi del Molise)
Maddalena Chimisso (Università degli Studi del Molise)
Email: zilli@unimol.it
Per maggiori informazioni rinviamo alla pagina dedicata alla macrosezione e a quella del congresso.