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CFP - Seminario Economia sociale e colonialismo (scadenza: 4 gennaio 2025)

|   Bandi

Il Cédias-Musée social invita a presentare comunicazioni per proseguire il suo seminario sulla storia dell’economia sociale e solidale (ESS) con un nuovo ciclo previsto per il 2025, dedicato al tema: «Economia sociale e colonialismo»

Nel 2025 prenderà avvio un nuovo ciclo di seminari per promuovere la ricerca sulla storia dell’ESS, con un approccio internazionale e interdisciplinare.

Rari sono gli studi storici che hanno esaminato il rapporto tra economia sociale e colonialismo. Nel 1995, B. Gibaud si occupò della Mutualità coloniale, tema oggi analizzato da A. Kitts. Nel 2017, M. Dreyfus ha studiato la storia della cooperazione agricola in Nord Africa, dagli anni tra le due guerre agli anni ’60. Discussioni con storici del colonialismo confermano che movimenti di economia sociale – associazioni, cooperative e mutue – operarono nei territori colonizzati.

Già dall’inizio del XIX secolo, movimenti precursori dell’economia sociale intrapresero l’avventura coloniale, come i saint-simoniani in Algeria e i fourieristi, promotori di colonie agricole e industriali note come falansteri. Comunità furono create anche in America dai fourieristi e dagli icari. Questi progetti si distinguevano per l’opposizione alla schiavitù e l’idea di riorganizzare il lavoro in forme associative comunitarie (es. il progetto di J. Lechevalier in Guyana e la colonia del Sig in Algeria).

In Inghilterra, negli anni 1850, il progetto dell’Universal Purveyor, volto a unificare le cooperative di consumo, propose di rifiutare prodotti legati alla schiavitù, introducendo il concetto di “fair price”, antesignano del commercio equo. Tra i socialisti e i cristiani sociali (Ozanam, Lacordaire, Christian Socialists) si svilupparono iniziative in sinergia con l’economia sociale.

Alla fine del XIX secolo, sia l’economia sociale sia il colonialismo registrarono una forte crescita. Tra le due guerre mondiali, mentre il colonialismo raggiungeva il suo apice, anche i movimenti cooperativo e mutualistico si rafforzarono, pur perdendo la prospettiva unitaria dell’economia sociale difesa da C. Gide, critico del colonialismo.

Dopo la Liberazione, la cooperazione e la mutualità continuarono a crescere parallelamente, sebbene l’economia sociale attraversasse un periodo di stagnazione. Verso il 1960, H. Desroche formò quadri cooperativi in Africa, in coincidenza con l’indipendenza delle colonie.

Nonostante le disuguaglianze nell’impatto dell’economia sociale nelle società coloniali, è essenziale riflettere sulla sua responsabilità nei processi di dominazione, come emerso dagli studi sull’orientalismo dei saint-simoniani e sul colonialismo dei socialisti. 


Il seminario si propone di iniziare con un esame dello stato attuale della ricerca storiografica, accompagnato da una ricognizione delle archivi e delle biblioteche che conservano fonti relative all’argomento. Potrebbe concludersi con una sintesi sulla situazione attuale dei movimenti di economia sociale nelle ex colonie.Verranno considerati gli imperi coloniali belga, britannico, francese e italiano, con eventuali confronti. Nel seminario, aperto a ricercatori stranieri, si proporranno confronti tra questi imperi e quello francese.

Il ciclo di seminari intende esplorare i legami tra ESS e colonialismo, analizzandone l’evoluzione e il ruolo nelle dinamiche di dominio e solidarietà sociale. Saranno presi in considerazione:

  • Studi mirati a specifiche aree geografiche, periodi storici e componenti dell’ESS (cooperative, associazioni).
  • Contributi su imperi coloniali europei, con particolare attenzione a Francia, Belgio, Regno Unito e Italia.
  • Approfondimenti su progetti di economia sociale e la loro percezione da parte delle popolazioni colonizzate

Modalità di partecipazione
Le proposte di comunicazione, in francese o inglese, devono essere inviate entro il 4 gennaio 2025 agli organizzatori:

Michel Dreyfus: michel.jacques.dreyfus@gmail.com
Antony Kitts: antony.kitts@laposte.net

Si richiede di inviare un résumé di massimo 5000 caratteri. Le proposte devono contenere:

  • Una problematica chiara.
  • La metodologia utilizzata.
  • Massimo 5 riferimenti bibliografici.
  • Una breve presentazione dell’autore.

Le sessioni del seminario sono previste in presenza o in videoconferenza, con una durata massima di 2-4 ore, comprendenti 1 o 2 interventi a seconda dei temi trattati. Potranno essere messi a disposizione materiali di supporto.

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