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CFP Tensioni e interazioni tra le Conferenze ONU sulle donne e la crescita planetaria del femminismo (scadenza 15 febbraio 2025)

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Le tre grandi Conferenze sulle donne promosse dall’ONU tra il 1975 e il 1995 hanno scandito tappe significative per lo sviluppo reticolare di movimenti femministi su scala globale, ponendosi in certa misura sulla scia di preesistenti traiettorie di rapporti internazionali tra movimenti di donne.

Al contempo, le Conferenze marcarono anche alcune fasi significative circa il ruolo dell’ONU nel farsi interprete di istanze di giustizia sociale e di rispetto della Dichiarazione universale del 1948. Ponendo i temi dell’oppressione e discriminazione delle donne al centro delle sue iniziative, l’ONU e in particolare alcune delle sue strutture interne (Ecosoc; CSW) assursero a riferimento importante per le lotte di liberazione delle donne nonostante le criticità e i limiti che i movimenti femministi sistematicamente seppero mettere in luce.
In quanto istituzione promotrice di eventi di portata mondiale, come nel caso delle tre Conferenze di cui ci si vuole occupare, l’ONU si fece essa stessa attore, pur nei limiti determinati dal suo status di organismo sovranazionale, in una dinamica di interazioni complesse ma cruciali per lo sviluppo di movimenti di liberazione delle donne in varie aree del mondo, contribuendo così, indirettamente, a forgiare l’emersione di un femminismo globale: un fenomeno risultante dall’intensificarsi di reti – benché eterogenee e frammentarie – di movimenti collettivi e soggetti vieppiù consapevoli delle interrelazioni globali che li legavano gli uni agli altri.
A partire da queste minime considerazioni si desidera dedicare un workshop di analisi e riflessione storica su alcune questioni relative alle Conferenze ONU sulle donne, assumendole come il prisma di osservazione per stimolare uno sguardo d’insieme sullo sviluppo del femminismo/dei femminismi nell’ultimo quarto del XX secolo. I nodi tematici che si desidera affrontare riguardano:
- Le Nazioni Unite come soggetto, attore, interprete, promotore ma anche regolatore del mutamento sociale, con particolare riguardo al tema dell’oppressione delle donne. Fare luce
sui processi decisionali che presidiarono la realizzazione delle Conferenze con uno sguardo sull’interazione tra organi e figure particolarmente significative operanti all’interno dell’ONU
da un canto e, dall’altro, le istanze espresse dalla società civile, spesso attraverso i canali delle ONG accreditate e in qualche misura coinvolte nelle iniziative ONU. Ciò può contribuire ad
affrontare la storia dell’ONU in un’ottica sociale, mettendo in luce le dinamiche, spesso anche conflittuali, che accompagnarono l’organizzazione e lo svolgimento delle Conferenze (inclusa
anche quella di medio termine, tenutasi a Copenaghen nel 1980);

- I punti programmatici discussi all’interno delle singole Conferenze cercando di mettere in luce 1) se e come si posero in relazione ai contesti congiunturali (molto diversi tra la metà
degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta) in cui le Conferenze rispettivamente si svolsero; 2) se e come i programmi deliberati abbiano orientato politiche governative e
movimenti per il superamento delle condizioni di oppressione delle donne. Uguaglianza, Pace e Sviluppo furono le tre parole d’ordine che improntarono l’Action Plan decennale
risultante dai lavori della prima Conferenza a Città del Messico nel 1975. Il tema dello sviluppo internazionale, in un contesto che vide l’avvio e poi l’affermazione del programma
neoliberale su scala globale, risultò particolarmente controverso. Sentito particolarmente dalle donne dell’America Latina e del Sud globale più in generale, fu oggetto di analisi critiche e
di approcci innovativi che peraltro orientarono la formazione di nuove articolazioni del femminismo transnazionale (es. DAWN). Parimenti, si ritiene importante interrogarsi anche sui percorsi e le dinamiche che si innescarono sui temi di pace e uguaglianza, con particolare attenzione ai temi dei diritti riproduttivi.
- Critiche e reazioni: la storiografia e le testimonianze hanno dato conto di alcuni dei principali elementi di critica delle Conferenze da un’ottica femminista, critica espressa spesso, ma non
solo, da attiviste del sud globale. Contesti particolarmente vivaci di critica e confronto furono anche le iniziative collaterali che accompagnarono sistematicamente gli eventi istituzionali. A
partire dalla Tribune di Città del Messico (1975) a cui presero parte circa seimila donne di numerosissime associazioni provenienti da tutto il mondo, la partecipazione ai Fora di
“controvertice” – che raccoglievano le voci di NGO, femministe, pacifiste, attiviste nella cooperazione e nel volontariato ecc. – andò progressivamente crescendo, tant’è che risultò più
che quintuplicata al Forum di Houairou, il “controvertice” che accompagnò la Conferenza di Pechino nel 1995. Al riguardo si vogliono mettere in luce eventi, dinamiche e discorsi (anche
teorici) innescati dalle reazioni critiche alle Conferenze, per riflettere sui fattori che, sullo sfondo dei mutamenti geopolitici e sociali occorsi nel ventennio considerato, incisero maggiormente sui movimenti femministi su scala globale, in termini sia unificanti che disgreganti.
- Continuità/Discontinuità nel dialogo tra femminismi e “femministe di un unico mondo”, stretti però nelle maglie di relazioni intersezionali da cui risultarono posizionalità alquanto
eterogenee. Se nel 1975 i limiti e le difficoltà di una presunta “sorellanza universale” sembravano dipendere dai rapporti asimmetrici tra i “tre mondi” in cui era percepito lo spazio geopolitico, dalla fine degli anni Novanta al tempo presente la consapevolezza, elaborazioni teoriche ed esperienze rendono conto della frammentazione dell’universo femminista a partire dalla complessità delle molteplici dimensioni – sociali, culturali, economiche e politiche – che intervengono nella configurazione dei rapporti di genere. Al riguardo ci interessa riflettere storicamente sui nessi tra passato e presente, considerando le forme di relazione e interazione transnazionali tra i molteplici soggetti impegnati nel superamento delle condizioni di oppressione, illibertà e discriminazione delle donne a cinquant’anni dalla IWY-Conference.


Call for Papers con scadenza 15 febbraio 2025.
Abstract (max 450 parole) e un breve CV (max 2 pagine) vanno inviati entro il all’indirizzo: marica.tolomelli@unibo.it. Le proposte devono includere nome, cognome, affiliazione e contatti
istituzionali.

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