Segnatamente si indagheranno, attraverso alcuni casi di studio, i mezzi materiali e le reti di persone, gruppi e istituzioni che consentivano, facilitavano e regolavano gli spostamenti di vagabondi/e, viandanti, lavoratori e lavoratrici poveri/e itineranti; le strutture ricettive su cui questi potevano contare; i sistemi di welfare, “proto-welfare” o di mutuo-aiuto di natura statale, religiosa, privata o corporativa che ne agevolavano la mobilità.
In particolare, si vorrà puntare l’attenzione sull’implicita funzione di controllo che queste strutture e forme di aiuto potevano esercitare sulle persone mobili, andando così a costituire l’altra faccia della medaglia di quella parallela produzione legislativa, che si fece sempre più severa e capillare in tutta Europa, volta alla repressione del vagabondaggio.
In allegato il programma