Segnaliamo un interessante numero della rivista «Storia e Regione» (28/2, 2019). Curata da Massimo Livi, la collettanea si propone di esaminare - adottando l’approccio formulato da Jochen Oltmer - la migrazione dal punto di vista delle «relazioni, delle gerarchie e delle interrelazioni nella prossimità sociale e nelle pratiche sociali concrete». Nella loro analisi, i quattro autori del numero hanno avuto modo di riferirsi a quattro aree culturali, geografiche ed economiche di per sé diverse: il bacino della Ruhr, Wolfsburg, Prato e diverse aree RDT caratterizzate dalla centralità della fabbrica sul territorio. I contributi si concentrano sulle dinamiche di negoziazione locale di migrazione e integrazione nei centri, nelle città e nelle regioni già fortemente segnati da mobilità territoriale, mobilità sociale e dalla diversità culturale nel corso del XX secolo; in alcuni casi anche prima. Tutte queste regioni hanno quindi vissuto, a partire dagli anni Settanta, cambiamenti comparabili anche nelle tipologie di migrazione: dalla mobilità volontaria o dalla migrazione mirata per motivi di lavoro a forme di migrazione caratterizzate da una mobilità involontaria come conseguenza della minaccia di guerra, di minacce esistenziali e di persecuzioni politiche. Cambiamenti che si sono inevitabilmente combinati con l’esperienza comune del cambiamento strutturale post-industriale e delle sue sfide.