Ermanno Olmi debutta come regista, nel 1959, con il lungometraggio Il tempo si è fermato. Fin da questo primo lavoro, il regista mostra una spiccata sensibitlità per il mondo del lavoro e delle persone non abbienti, tanto da raccontare una storia imperniata sull'amicizia fra uno studente e il guardiano di una diga, nell'isolamento e nella solitudine dell'alta montagna. Due anni dopo, con Il posto racconta delle aspirazioni di due giovani alle prese con il loro primo impiego, vincendo il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia del 1961. Nel successivo film, I fidanzati (1963) Olmi tocca ancora le vicende del mondo del lavoro, parlando del rapporto di una coppia, messo in pericolo dal trasferimento in Sicilia voluta dall'azienda.
Lungometragio I fidanzati, di Ermanno Olmi. Link da YouTube.
Ma la storia del lavoro non viene raccontata da Olmi solo tramite lungometraggi. Anzi, è con i cortometraggi, alcuni dei quali fatti a inizio carriera, che Olmi sviluppa la sensibilità verso i temi della natura, del lavoro e delle classi subalterne. Pubblicato da Edison, il cortometraggio "Sabbioni una diga a quota 2500" è ambientato in alta Val Formazza, dove sta sta nascendo un altro importante impianto idroelettrico, il più alto di tutta la vallata. Quest’opera, costò 5 stagioni di lavoro a più di 1200 uomini, tecnici e operai, che per mesi vissero nel cantiere lontano dalle loro case.
Fin dai primi lavori, il giovane regista comincia a delineare quello stile personalissimo che ritroveremo nelle sue opere più mature, un mestiere da “artigiano”, alimentato dalla voglia di apprendere tutte le possibilità della tecnica e da una grande capacità di osservare. “Sui cantieri o nelle fabbriche curiosava, parlava con gli operai e dirigenti, cercava di ambientarsi. Ogni tanto impugnava la cinepresa e filmava a mano un’immagine, un personaggio, una testimonianza. Guardava, ascoltava, assorbiva e rifletteva. Appuntava le cose sulla pellicola senza avere in testa una vera “scaletta” di racconto. Tornato a Milano, il regista passava e ripassava il materiale alla moviola, magari da solo e di notte ; e a un tratto decideva di ripartire, girava dell’altro e accumulava materiale.” (Tullio Kezich) (Fonte: Tullio Kezich)
Cortometraggio Una diga a quota 2500 (1953). Link da Youtube
Olmi si interesserà anche al lavoro rurale, con il film che lo consacrò, L'albero degli zoccoli (197). Il film è strutturato in quattro differenti episodi che ripercorrono le vicende delle quattro famiglie che abitano la cascina dove il film è ambientato. Gli episodi si intersecano tra loro nella narrazione degli eventi che proseguono e si alternano col trascorrere le stagioni, proprio come le stagioni determinavano il lavoro e la vita nelle campagne. Il film è stato girato in bergamasco e solo dopo doppiato dagli stessi attori.
Lungometraggio L'albero degi zoccoli (1978). Link da Youtube.