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CFP Automazione e resistenze (scadenza 31 luglio 2023)

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La rivista Zapruder dedicherà un numero monografico alla questione dell'innovazione tecnica e tecnologica ed alle resistenze che hanno accompagnato e si sono prodotte attorno a questi processi di innovazione. Il numero sarà curato da Lorenzo Avellino, Frédéric Deshusses, Alfredo Mignini

Con lo sviluppo del “capitalismo delle piattaforme”, gli studi sull’automazione sono tornati con forza nelle scienze sociali. Il ventaglio di posizioni è variegato, pur ricalcando uno schema classico, che va dall’ottimismo (Brynjolfsson e MacAfee, 2014) a forme di rifiuto radicale (Laïnae et Alep, 2020). Rifiutando entrambe le posizioni, autori come Aaron Benanav (2020) o Jason E. Smith (2022) relativizzano l’impatto dell’automazione e delle innovazioni tecnologiche sull’occupazione e sottolineano l’importanza dei processi di deindustrializzazione per via dell’assenza di investimenti produttivi nell’età del neoliberismo. Antonio Casilli (2019) o ancora Roberto Ciccarelli (2018) riportano l’attenzione sul carattere “mitologico” della digitalizzazione, che nasconde il lavoro umano sotto una patina ipertecnologica.

Il numero 65 di «Zapruder» (settembre-dicembre 2024) vorrebbe aprire la possibilità di porre sotto una nuova luce i nodi propriamente storici della questione del cambiamento tecnico come motore dei conflitti fra capitale e lavoro. In particolare, questa call for papers vuole attirare casi studio specifici e riflessioni che si iscrivano nel tempo lungo del ciclo industrializzazione/deindustrializzazione. Il numero sarà anche l’occasione di far dialogare storiografia italofona e francofona su questi temi.


I contributi, che possono essere proposti in italiano, inglese e francese, dovrebbero articolarsi intorno ai seguenti assi tematici:

  1. Ritmi dell’automazione. L’implementazione delle innovazioni tecniche può assumere ritmi molto variegati, a seconda dei contesti geografici, delle culture del lavoro o delle capacità di investimento dei soggetti che se ne fanno portatori. Esempi interessanti in questa direzione potrebbero essere lo studio della persistenza di determinate configurazioni tecniche a seconda della disponibilità di manodopera; l’analisi delle conseguenze della coesistenza di tecniche produttive diverse; o soprattutto l’indagine di come le varie forme di conflitto – legate o meno alla questione tecnica – rallentino o accelerino l’implementazione delle innovazioni stesse.
  2. Fallimenti e resistenze all’innovazione tecnica. Quali sono le conseguenze dell’implementazione di tecniche sperimentali per i/le lavoratori/rici che devono utilizzarle? Esistono forme di conflitto (scioperi, rifiuto di determinati processi produttivi, rallentamenti/sabotaggi della produzione, ecc.) legate a tecniche sperimentali o di difficile applicazione pratica? Se sì, con quali risultati? Chi sono gli/le attori/rici di queste tensioni e, in particolare, come vengono coinvolti i quadri intermedi nell’implementazione di queste innovazioni tecniche?
  3. Misurazione e redistribuzione dei vantaggi tecnologici. Come vengono misurati gli aumenti di produttività legati a un’innovazione tecnica da coloro che possono ambire alla loro redistribuzione? In che modo i/le lavoratori/rici misurano e percepiscono l’intensificazione del lavoro? Quali conflitti originano da queste misurazioni, come si caratterizzano e come vengono risolti?
  4. Qualifiche, formazione, competenze. Se è scontato dire che ogni innovazione tecnica porti con sé processi di dequalificazione, sarebbe un errore trascurare il fatto che essa fa emergere anche nuove forme di know-how che sono talvolta estremamente valorizzanti e valorizzate dai/dalle lavoratori/rici stessi/e, sia come elemento di distinzione fra generazioni, sia come evoluzione in positivo della natura o del valore simbolico associato a una determinata mansione. Quali conflitti si producono attorno a queste trasformazioni del lavoro?

Questo numero di «Zapruder», inoltre, vuole inoltre lasciare un posto importante al settore agricolo che, pur avendo subito una modernizzazione tecnica accelerata, è per molti versi marginale negli studi su tali questioni. Allo stesso modo, una particolare attenzione sarà dedicata a contributi che articolano cambiamento tecnico e lavoro riproduttivo.


Le proposte di articolo (max 3.000 caratteri spazi inclusi) vanno inviate in italiano, francese o inglese entro il 31 luglio 2023 all’indirizzo automaticzap[@]tarcab.net. «Zapruder» si caratterizza per l’apertura a una varietà di tipologie di articolo, con una forte attenzione agli elementi visuali (da qualche tempo anche i fumetti) e ai metodi non convenzionali di trasmissione del sapere storico: vi invitiamo quindi a consultare il vademecum sulle rubriche che possono essere presenti in un numero della rivista e a contattarci per ogni richiesta di chiarimento.

I risultati della selezione saranno comunicati a settembre 2023 e i testi completi dovranno essere inviati al più tardi il 7 gennaio 2024. Autrici e autori sono pregate/i di indicare nella proposta in quale rubrica pensano eventualmente di inserire il proprio contributo, tenendo conto delle indicazioni redazionali (ad es. 35.000 caratteri max per la rubrica Zoom, 20.000 caratteri max per le Schegge, ecc.).

Scarica la call in PDF (italiano).

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