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Ci ha lasciati Alf Lüdtke, tra i più influenti storici tedeschi del XX secolo (1943-2019)

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Ci ha lasciati Alf Lüdtke, tra i più influenti storici tedeschi. Rappresentante di spicco della contemporaneistica teutonica, Lüdtke ha impresso un marchio indelebile anche sulla storiografia francese.

Ci ha lasciati Alf Lüdtke, tra i più influenti storici tedeschi. Rappresentante di spicco della contemporaneistica teutonica, Lüdtke ha impresso un marchio indelebile anche sulla storiografia francese grazie alla traduzione dei suoi lavori più significativi. Orientato a superare il concetto di Strukturgeschichte («storia strutturale»), egli ha rivolto i suoi studi verso gli individui, gli umili e i lavoratori, soggetti che ha cercato di analizzare in quanto protagonisti della loro storia e non – piuttosto – nelle vesti di vittime delle grandi strutture economiche e delle istituzioni dominanti. Al riguardo, nelle pagine introduttive di Des ouvriers dans l’Allemagne du XX siècle. Le quotidien des dictatures (L’Harmattan, Parigi 2000), Lüdtke annunciava la sua volontà di concentrarsi «sulle pratiche del disimpegno conflittuale che non vengono sottomesse al dominio o alla resistenza aperta»; «queste modalità di espressione e azione», aggiungeva, «riflettono piuttosto le aspirazioni dei lavoratori verso un'affermazione autonoma e specifica delle loro stesse richieste».
In questa prospettiva, lo studio dei rapporti di dominio avanzato da Lüdtke è divenuto un perno di dibattito tanto per la storiografia, quanto per l’antropologia e la sociologia: non è un caso che, nel 2015, la rivista francese di sociologia «Sociétés contemporaines» abbia deciso di titolsare il numero monografico 99-100 Penser les rapports de domination avec Alf Lüdtke. In particolare, attraverso il concetto di Eigensinn , egli è riuscito a portare un contributo decisivo per inquadrare il nazismo e la Ddr  come modelli di società «impregnati in egual modo dal potere». Nella stessa prospettiva, Lüdtke ha guardato poi all’americanizzazione della Germania nel ventesimo secolo nella duplice veste di «sogno ed incubo»: studiando il simbolismo del progresso tecnico statunitense nelle immagine tedesche degli anni Venti e Trenta, ha infatti mostrato come queste icone transazionali avessero finito con l'essere riarticolate in un’ottica nazionalista. 
Tra i promotori dell’iniziativa «Lavoratori della storia» (1983), ha lavorato come ricercatore presso il Max Planck Institute di Gottinga: dal 1999 è stato professore di Antropologia storica presso l'Università di Erfurt, nonché visiting professor presso la Hanyang University di Seul (2009-2013). Tra i suoi lavori più significativi, segnaliamo: A. Lüdtke, "Gemeinwohl", Polizei und "Festungspraxis", Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1981; A. Lüdtke, Police and State in Prussia 1815-1850, Cambridge, Cambridge University Press, 1989; A. Lüdtke (dir.), Histoire du quotidien, Paris, Editions de la MSH, 1994; A. Lüdtke, Des ouvriers dans l’Allemagne du XXe siècle. Le quotidien des dictatures, Paris, L’Harmattan, 2000; A. Lüdtke, «L'Histoire comme science sociale», Sociétés contemporaines, n° 99-100, juillet-décembre 2015, p.169-191; A. Lüdtke (ed.), Everyday Life in Mass Dictatorship: Collusion and Evasion, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2016.

In allegato PDF, il contributo con il quale Patrick Friendson e Sandrine Kott hanno cercato di ricostruire i contributi di Lüdtke per «dare un'idea delle loro dimensioni e della loro attualità». 

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