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L'assenza del lavoro nel disastro di Viareggio: alcune considerazioni

|   SISLav

Il Direttivo SISLav commenta in una breve nota l'estromissione della dimensione lavorativa in una vicenda - il disastro ferroviario di Viareggio del Giugno 2009 che ha causato 32 morti - in cui il lavoro risulta invece decisivo.

La notte del 29 giugno 2009 il deragliamento di un treno cisterna in transito nella stazione di Viareggio provocò la fuoriuscita del carico di gpl contenuto nel primo carro. L'incendio e l'esplosione che ne seguì investirono le abitazioni adiacenti alla ferrovia, provocando 32 morti e numerosi feriti.


Le sentenze di primo e secondo grado, rispettivamente nel 2017 e 2019, hanno ricostruito in sede giudiziaria la filiera di responsabilità per la mancata prevenzione che ha portato alla rottura dell'assile del treno cisterna, causa immediata dell'incidente. L'8 gennaio 2021 la Quarta sezione penale della Cassazione, confermando il profilo di delitto colposo in disastro ferroviario, ha escluso la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, aprendo così alla prescrizione dell'accusa di omicidio colposo.


Come storici del lavoro non vogliamo entrare negli aspetti giuridici del processo. Rimaniamo tuttavia colpiti dall'estromissione della dimensione lavorativa in una vicenda in cui il lavoro risulta oggettivamente decisivo. I processi di privatizzazione delle ferrovie, l'esternalizzazione dei servizi di manutenzione e collaudo, la progressiva dismissione del trasporto merci su rotaia, hanno avuto impatti rilevanti sui lavoratori e sulla qualità del lavoro. Il mancato riconoscimento della violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro rischia di cancellare la rete di implicazioni con il mondo del lavoro che anche questa tragedia purtroppo porta con sé. L'esclusione dal processo delle associazioni costituitesi parti civili, tra cui quelle sindacali e dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, è un segnale preoccupante.


Da un punto di vista storico, la manutenzione da parte delle imprese delle attrezzature di lavoro, il cui difetto è stata causa riconosciuta dalle sentenze di primo e secondo grado, è un aspetto che sta alla base della legislazione del lavoro in Italia, sin dal lungo dibattito parlamentare che portò alla prima legge sugli infortuni del 1898. Il diritto del lavoro italiano, così come quello di molti altri Paesi, vede nella riflessione sulla sicurezza dei trasporti ferroviari un momento fondamentale per lo sviluppo di un sistema normativo di protezione della classe lavoratrice.


Auspichiamo che si apra una riflessione pubblica su tali questioni. Come Società Italiana di Storia del Lavoro ci rendiamo disponibili per dare il nostro contributo scientifico a una tale necessaria riflessione.

 

Il Consiglio Direttivo della Società italiana di storia del lavoro

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