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Racconti dal sottosuolo

Tre film sulle miniere di Daniele Atzeni

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Fino al 26 maggio sulla piattaforma streaming del Museo delll'industria e del lavoro di Brescia, sarannò disponibili tre film realizzati da Daniele Atzeni sul tema del lavoro in miniera.I film sono stati scelti nell'ambito di un programma monografico retrospettivo, che mi ra appunto a mettere in luce i lavori di Atzeni. Questa iniziativa propone gratuitamente online tre suoi docufilm. La sua intervista è disponibile sul canale YT della Fondazione.

 

 

Nei Racconti dal sottosuolo le miniere del Sulcis-Iglesiente tra atroci fatiche, di incidenti spesso sfociati in tragedie, di condizioni di lavoro disumane come quelle stabilite dal cottimo Bedaux, capace di trasformare il minatore in una macchina da lavoro, sono state scritte delle pagine che si collocano tra le più appassionanti della storia della Sardegna. Pagine che narrano di. Storie di dure lotte sindacali, di occupazioni di gallerie a centinaia di metri sottoterra, di scioperi che hanno contribuito alla nascita del movimento operaio in Italia. Pagine che raccontano del grande senso di umanità che accomunava i minatori e del profondo rapporto di amore-odio che li legava alle miniere. Con la cessazione dell'attività estrattiva la civiltà mineraria si avvia lentamente e inesorabilmente verso l'oblio. Restano intatti però i ricordi dei vecchi minatori, unici custodi della cultura del lavoro in miniera che sino a qualche tempo fa regolava la vita di migliaia di famiglie sarde.

 

Ne I morti di Alos, Antonio Gairo è l’unico sopravvissuto a una terribile sciagura che nel 1964 colpì Alos, un paese del centro Sardegna ora divenuto un tetro villaggio fantasma. Ritrovata all’improvviso la memoria perduta da tempo, l’uomo racconta la vita del paese prima del fatidico avvenimento e ricostruisce con incredibile lucidità le circostanze che condussero alla tragedia.
Ibrido fra finzione e documentario, cinema e letteratura, il film narra, attraverso un ampio uso di filmati di repertorio, il fatale passo verso la “modernità” compiuto da una piccola comunità di pastori degli anni ‘50, mescolando la classica iconografia della Sardegna arcaica con le atmosfere e le suggestioni tipiche del genere gotico.

 

In Inferru, ex zona mineraria del Sulcis-Iglesiente in Sardegna nella seconda metà del Novecento, un anziano minatore, stanco e malato, viene travolto da una frana mentre sta minando una galleria. Sospeso in un vuoto temporale tra la vita e la morte imminente, l’uomo racconta il mondo di Inferru attraverso un immaginifico monologo esistenziale, mescolando passato, presente e oscure premonizioni sul futuro. Per mezzo dell’utilizzo di materiali d’archivio, il film rappresenta un ipnotico viaggio tra gli ultimi disperati, folli e al contempo lucidissimi pensieri del protagonista, il quale cerca di chiudere definitivamente i conti con la società e con la propria coscienza.

 

La collezione musil comprende importanti fondi cinematografici, tra cui il Fondo Gamma Film, donato da Roberto Gavioli. Dal 2008, il Concorso Nazionale "Roberto Gavioli" premia i migliori documentari dedicati al mondo dell'industria e del lavoro.


Fonte: sito musil