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CFP Studenti e insegnanti nell'impero italiano d'oltremare. Traiettorie coloniali e postcoloniali (scadenza 1 maggio 2021)

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Panel della conferenza "Educazione, scuola e politica culturale nelle migrazioni italiane", Torino 14 al 16 luglio

Tra le parabole migratorie, quella italiana è da considerarsi tra le più significative nella storia. Negli ultimi due secoli, sono milioni gli italiani e le italiane che hanno lasciato i propri luoghi d’origine per costruire un futuro lontano dai confini nazionali. Già in epoca preunitaria la presenza italiana al di fuori della Penisola può vantare una pluralità di istituzioni, sodalizi e comunità residenti dall’Europa alle Americhe al Nord Africa, fino al Vicino Oriente. Se le rotte commerciali segnano le prime parabole migratorie favorendo la circolazione della lingua italiana insieme ai dialetti italo-romanzi lungo l’Europa continentale e il bacino mediterraneo, è nella fase pre-risorgimentale che si materializza una prima diaspora politica e culturale italiana. Con l’Unità d’Italia questa rete transnazionale muove un’intensa e progressiva capillarizzazione di iniziative educative e politiche
indirizzate alla “salvaguardia della lingua e della cultura italiana”.
Ben presto, infatti, anche lo Stato italiano comprende l’importanza della Scuola, del mantenimento della lingua e della promozione culturale quali strumenti privilegiati per la crescita dell’influenza nazionale tra le comunità degli italiani nel mondo e per la penetrazione commerciale all’interno delle società d’adozione. Per questo motivo, la politica governativa cerca di controllare le esperienze educative pre-esistenti, di natura privata, e allo stesso tempo crea nuove scuole governative in diverse città del Levante, delle Americhe e del bacino mediterraneo, aree geografiche considerate strategiche per la politica estera. L’istituzione della società Dante Alighieri nel 1889, la creazione delle Camere
di Commercio italiane all’estero, il fenomeno dell’associazionismo cattolico, quello del mutualismo e la diffusione dei circoli nazionali italiani sono tra le realtà che accompagnano e segnano lo sviluppo di una rete educativa e culturale italiana all’estero. A cavallo tra la fine del Diciannovesimo secolo e l’inizio del Ventesimo, durante la Grande Emigrazione, le spinte coloniali e l’espansionismo sono in cima all’agenda politica del Regno d’Italia. Il nazionalismo si esprime prevalentemente attraverso la promozione dell’insegnamento della lingua italiana all’estero e diventa pilastro della diplomazia culturale e dispositivo espansionista, quindi garanzia di legame tra gli emigranti e la nazione e infine strumento sociale per la formazione di future élites italofone. Laiche, confessionali, private o mutualistiche, statali, sovvenzionate o indipendenti, le iniziative scolastiche italiane all’estero
crescono quantitativamente negli anni seguendo le rotte della politica estera italiana, del cattolicesimo missionario e, più in generale, dei flussi migratori.
Vicende nazionali e conflitti internazionali caratterizzano il primo mezzo secolo di educazione italiana all’estero, un periodo segnato sì da investimenti e ambizioni, ma anche da forti discontinuità e spinte disgregatrici. Col fascismo si apre una nuova stagione per la politica italiana all’estero, in quanto, per il regime, l’istruzione degli italiani nel mondo rappresenta un mezzo fondamentale per cercare di controllare e di costruire il consenso attorno alle comunità espatriate. La sovrapposizione tra educazione e fascistizzazione si concretizza tanto nella programmazione scolastica per bambini e adulti italiani, quanto nella selezione del personale e trova la propria dimensione precipua nella difesa
e diffusione dell’italianità, declinata secondo i dettami della dottrina fascista. Le reti associazionistiche e le scuole italiane diventano così, nel corso del Ventennio, uno dei principali canali del soft power fascista fuori dalla Penisola.
Sono le fratture sociali e politiche in seno alle comunità di emigranti, causate dalle pesanti intromissioni operate dal regime fascista durante il Ventennio, insieme a una generale e diffusa riluttanza e diffidenza dei rispettivi paesi stranieri a continuare a tollerare politiche culturali ed educative italiane, a segnare quel ridimensionamento avvenuto nel secondo dopoguerra. I processi di decolonizzazione, l’emergere di un mondo bipolare e il nuovo corso democratico e repubblicano gettano le basi per una differente politica estera italiana, dove la dimensione culturale, scolastica - e più in generale educativa - devono necessariamente relazionarsi con gli inediti equilibri internazionali. Oggi si hanno altri fattori che orientano la vita culturale, linguistica ed educativa italiana nel mondo offrendo alla stessa una dimensione transnazionale e plurale. L’attualità della politica culturale ed educativa italiana all’estero induce a una seria riflessione sulle sfide lanciate dalle nuove mobilità.
Il convegno internazionale “Educazione, scuola e politica culturale nelle migrazioni italiane” intende riunire studiose e studiosi per indagare, sotto molteplici approcci, la nascita e lo sviluppo delle varie esperienze educative che nel tempo si sono rivolte agli italiani emigrati, così come le attività di diffusione e promozione della lingua e cultura italiana all’estero.
La molteplicità di tali esperienze, lungo tutta la storia dell’emigrazione italiana, offre alla ricerca importanti riflessioni e quesiti su un tema le cui trattazioni e storiografia necessitano di nuovi e originali studi.
Si valuteranno proposte collegate ai seguenti assi di ricerca:

  1. Studenti e insegnanti nell'impero italiano d'oltremare. Traiettorie coloniali e postcoloniali
  2. Educazione nazionale e comunità transnazionali nel Mediterraneo (XIX° sec. – XX° sec.)
  3. Produzione, circolazione e adozione di libri scolastici italiani nelle Americhe nel contesto dell’immigrazione italiana
  4. Educazione, propaganda e diplomazia culturale nel mondo durante il Ventennio fascista
  5. Istituzioni culturali, enti di formazione e associazioni italiane in Europa dalla fine del regime fascista alla caduta del Muro

All’interno del convegno saranno organizzate delle tavole rotonde dedicate ai temi dell’integrazione educativa dei migranti in Italia, delle nuove mobilità italiane nel mondo, della narrazione e memoria delle migrazioni in Europa.
Per ogni ulteriore informazione sui singoli panel e per inviare le proposte di comunicazione scrivere a: francesco.pongiluppi@unito.it e paulaalejandra.serrao@unito.it
Il termine di consegna delle proposte è fissato al 1° maggio 2021. Le proposte (max. 800 parole) dovranno essere accompagnate da una breve nota biografica.
Le comunicazioni, di una durata massima di venti minuti, potranno essere fatte in italiano, spagnolo, portoghese e in inglese. Le notifiche saranno comunicate entro il 14 maggio 2021.
Si prevede la pubblicazione di una selezione dei contributi. Non sono previsti costi di iscrizione.
Ogni eventuale contributo per le spese di viaggio e alloggio sarà comunicato dopo la notifica di accettazione.

Francesco Pongiluppi e Paula Alejandra Serrao
Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione - Università degli Studi di Torino

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