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Bando "Parole al lavoro" (proroga deadline 31/3/2018)

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Con riferimento al concetto gramsciano di subalternità, l’Istituto Gramsci Toscano si fa promotore di un concorso dal titolo “Parole al lavoro”,  aperto a narrazioni autobiografiche incentrate sul tema del lavoro.

Il progetto nasce con l’intento di mostrare “la vita in atto”; ha cioè l’obiettivo di valorizzare quei documenti “molecolari” che sono i racconti autobiografici, focalizzando l’attenzione sulle testimonianze legate al mondo del lavoro.

Se per Gramsci la subalternità si definisce per la radicale mancanza di autonomia, che è, in primo luogo, mancanza di un proprio punto di vista, di un discorso auto-centrato e posizionato a partire da sé, promuovere la narrazione autobiografica significa, allora, non solo dare voce a chi normalmente non ce l’ha, ma anche offrire, attraverso la parola, la possibilità di riappropriarsi della propria esistenza restituendo senso alle esperienze che l’hanno caratterizzata.

Il concorso “Parole al lavoro” si rivolge a tutti coloro che sono interessati a proporre una narrazione autobiografica della propria esperienza lavorativa, sia essa formale o informale, strutturata o frammentaria, prolungata o agli esordi, purché sperimentata, almeno in parte, all’interno del contesto regionale toscano. A titolo meramente indicativo può essere segnalato l’interesse, per quanto non esclusivo, nei confronti di: biografie proposte da quei soggetti comunemente definiti fragili sul mercato del lavoro (giovani, donne, stranieri, persone diversamente abili, ex detenuti, etc.) per i quali è più frequente sperimentare forme di discriminazione; esperienze di ingresso nel mondo del lavoro o all’interno di specifici segmenti o settori del mercato del lavoro; storie di vita caratterizzate da transizioni tra condizioni diverse (formazione, occupazione, disoccupazione, inattività) così come da occasioni di alternanza scuola/lavoro, stages e tirocini; percorsi professionali e di vita condizionati dalla necessità di conciliare esigenze familiari e sfera lavorativa; narrazioni che affrontano il tema dell’autonomia e/o della capacità imprenditoriale; l’insorgere o il consolidarsi situazioni di vulnerabilità economica e sociale legati alla perdita del lavoro o allo svolgimento di occupazioni non sufficientemente remunerate; la rinuncia a stare sul mercato del lavoro per ritirarsi in una dimensione di inattività; percorsi professionali caratterizzati tanto dall’instaurarsi di forme di condivisione, cooperazione e solidarietà che dalla loro assenza; autobiografie di soggetti migranti per ragioni economiche o umanitarie; storie caratterizzate, tanto i positivo che in negativo,  dall’interazione tra salute, benessere e ambiente di lavoro.

Le trasformazioni avvenute negli ultimi decenni all’interno del mondo produttivo e l’evoluzione delle forme contrattuali, contribuiscono a rendere le opportunità disponibili oggi molto differenziate tra loro e diverse rispetto al passato. L’occupazione perde la sua caratterizzazione univoca per scomporsi in una molteplicità di esperienze che si collocano spesso a cavallo tra lavoro e non lavoro incrociando dimensioni diverse (formale/informale; retribuito/gratuito; formazione/lavoro; autonomo/dipendente; materiale/immateriale; tecnico/emotivo; individuale/condiviso, etc. ). Allo stesso tempo, sotto la spinta di cambiamenti di natura economica, sociale e culturale gli individui sono sollecitati a sviluppare un nuovo protagonismo riguardo a scelte che interessano ambiti diversi - tra i quali il lavoro continua a rivestire un ruolo primario – i cui spazi di autonomia restano tuttavia, nei fatti, limitati dall’egemonia dominante. Le esperienze lavorative si compongono così sempre più in modo soggettivo e variabile all’interno di biografie che hanno perso la rigida linearità di un tempo e che oggi più che in passato chiedono di essere conosciute e reinterpretate.

La narrazione autobiografica, in tutte le sue forme, diventa, in questa prospettiva, uno strumento per accedere alle conoscenza delle molteplici manifestazioni che assume oggi l’esperienza lavorativa. Sul piano sociale, la condivisione di “informazioni dirette” che arrivano da un mondo del lavoro estremamente diversificato e variegato, favorisce la coesione tra gli individui e lo scambio generazionale promuovendo la memoria collettiva come patrimonio culturale comune. Al contempo, sul piano personale, la ricostruzione della propria esperienza attraverso la rielaborazione narrativa può agire nella direzione di una sublimazione catartica. La scrittura  può aiutare a restituire coerenza ai singoli percorsi così come può diventare occasione di rivalsa nella relativizzazione di episodi vissuti come fallimenti. La narrazione di sé può essere in grado di restituire soggettività a chi sperimenta una condizione spersonalizzante di subalternità, offrendo chiavi interpretative autonome e diverse da quelle rese disponibili dal senso comune.

 

Per il regolamento della partecipazione al concorso, si consulti la pagina dedicata. La deadline è stata prorogata al 31 marzo 2018.

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