La conferenza si propone di studiare le industrie chimiche, la cui attività si basa sull'uso di sostanze derivate da combustibili fossili, prestando attenzione agli effetti sulla salute e sull'ecologia di queste attività sui territori e sulle società locali. Nel 20° secolo, le attività petrolchimiche modellarono i territori in cui si insediarono. Non solo la loro costruzione richiede la costruzione di vaste reti di infrastrutture correlate, ma rende anche possibile la produzione di nuove sostanze la cui produzione richiede derivati di carbone o petrolio. Non appena vengono messi in funzione, i fastidi generati da queste industrie sono percepibili dalle aziende locali. Queste attività sono state rapidamente accusate di causare problemi di salute, sia dai lavoratori che dai residenti. Se il conflitto rimane spesso latente, a volte è stato espresso con violenza, in particolare quando ci sono state "esplosioni industriali" spettacolari che hanno spezzato la discrezione dell'inquinamento cronico. Fino ad oggi, questo conflitto può anche essere espresso con veemenza quando la deindustrializzazione rompe l'accordo tacito che potrebbe esistere tra i lavoratori e la società da cui hanno guadagnato le loro entrate. La fine dell'attività industriale può rivelare gli effetti ecologici e sulla salute, alimentare il risentimento dei residenti colpiti e creare mobilitazioni che a volte si nutrono di una riattivazione della memoria delle catastrofi.

In allegato il programma