Dettaglio notizia

Conferenza “Public History: la storia a regola d’arte” (Firenze, 6 – 10 giugno 2023)

|   Convegni

A Firenze dal 6 al 10 giugno si svolgerà la quinta conferenza nazionale dell’AIPH Public History: la storia a regola d’arte.

Tra formazione e con-ricerca: declinazioni della Public History in ambito sindacale
FORLILPSI – 6 giugno, ore 16.15-17.45, Panel 4 – aula 203
Coordinatrice: Ilaria Romeo, Archivio storico nazionale CGIL

  • Debora Migliucci, Archivio del lavoro, L’Archivio formatore: intrecci di formazione sindacale e percorsi di public history. Il caso milanese
  • Aliero Boschiero, rivista Venetica, Venezia: università e sindacato si interrogano su storia e mutamenti del lavoro
  • Stefano Bartolini, Fondazione Valore Lavoro, Un bene comune: il ruolo dell’archivio sindacale come strumento di formazione e di ricerca storica all’interno del sindacato. Esperienze in Toscana

 

Public Brickstory? La storia e i mattoncini lego
FORLILPSI – 9 giugno, ore 11.15-12.45, Panel 26 – aula 210
Coordinatore: Francesco Filippi, Fondazione Museo Storico del Trentino

  • Francesco Cutolo, Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, Pistoia, La Lego History. Una nuova forma di consumo della storia
  • Stefano Bartolini, Fondazione Valore Lavoro, Italian BrickHistory: social media, laboratori didattici, installazioni e riflessione scientifica
  • Andrea Boninsegna, Brickmania toys, I lego a tema storico: una testimonianza

 

Qui sotto la descrizione dettagliata dei panel e in allegato il programma completo del convegno.

• Tra formazione e con-ricerca: declinazioni della Public History in ambito sindacale
La storia riveste una posizione speciale all’interno del mondo sindacale italiano, che si riconosce come il risultato di una serie di processi storici, sia per quanto riguarda le forme organizzative sedimentate nel tempo sia in relazione alle mutazioni intervenute nelle varie fasi storiche in funzione delle ripetute trasformazioni dei diversi ambiti lavorativi con l’emergere di nuove esigenze e la progressiva scomparsa di altre. Detto diversamente, il sindacato in quanto corpo organizzato – con i suoi attivisti, delegati di base, funzionari e dirigenti – è un soggetto al tempo stesso destinatario e produttore di Public History.
Su un lato, la formazione su base storica ha un posto di riguardo nei programmi di formazione del sindacato ai vari livelli, un’attività che tende sempre più ad unire forme classiche a proposte di trasmissione dei contenuti più sperimentali nei linguaggi e più partecipative. Sull’altro, la funzione pubblica della ricerca storica diviene un elemento centrale per la discussione sulle mutazioni delle organizzazioni produttive, delle identità lavorative e delle forme di rappresentanza, rivendicazione, contrattazione e tutela, non limitandosi alla ricezione di quanto viene prodotto in ambito accademico ma spronando la produzione di ricerche e per questa via aprendo spazi, sempre più ampi, di con-ricerca che coinvolgono studiosi/e, lavoratori/rici e sindacalisti/e. Il panel intende esplorare queste dimensioni interconnesse, dove l’attività formativa agisce sul filo dell’inchiesta a sfondo storico, la realizzazione di percorsi espositivi diviene momento di formazione e di raccolta di storie e memorie e la ricerca un’attività aperta al confronto e alle sollecitazioni provenienti da quel tipo particolare di pubblico che è l’organizzazione sindacale.

Coordina Ilaria Romeo, Archivio storico nazionale CGIL

 

L’Archivio formatore: intrecci di formazione sindacale e percorsi di public history. Il caso milanese.
Relatrice Debora Migliucci, Archivio del lavoro

L’intervento ragiona sull’utilizzo di percorsi di Public History all’incrocio tra formazione sindacale e didattica per le scuole, a partire dalle sperimentazioni congiunte dell’Archivio del Lavoro e del Centro di cultura e formazione sindacale “Luciano Lama”.
Il Centro di cultura e formazione sindacale si occupa di formare sindacalisti/e della Cgil milanese, dotandoli di ampie competenze culturali, politiche e tecniche. L’Archivio del Lavoro ha tra le sue finalità statutarie la promozione del dibattito e della cultura del lavoro. La sinergia tra le due realtà ha permesso - in una collaborazione ormai decennale - di sperimentare percorsi didattici di Public History sia verso i delegati e le delegate sia verso gli studenti delle scuole superiori milanesi.

Abbiamo promosso laboratori e corsi di cultura e di storia sindacale integrando le tradizionali lezioni frontali con testimonianze orali, sia dirette che registrate; con video di divulgazione della storia sindacale concepiti ad hoc sfruttando l’immenso patrimonio conservato nei nostri archivi (progetti Cronache dalla Resistenza e Biografie Sindacali), con l’utilizzo di fonti fotografiche e artistiche che ben si prestano a descrivere la condizione sociale delle popolazioni nei diversi periodi storici (corso sulla storia del lavoro). Abbiamo sperimentato la scrittura collettiva per intrecciare esperienze individuali con la storia collettiva del sindacato e promuovere senso di appartenenza (Progetto Meccanoscritto). Ne emerge uno spaccato interessante dell’evoluzione della formazione sindacale e della diffusione/divulgazione del patrimonio materiale e immateriale conservato nell'archivio.

 

 

Venezia: università e sindacato si interrogano su storia e mutamenti del lavoro

Relatore Alfiero Boschiero, rivista Venetica

 

Ca’ Foscari, a Venezia, ha strutturato (solo) dal 2018 gli insegnamenti di “Storia del lavoro” e di “Storia del lavoro e del movimento operaio”, dopo che per una decina d’anni erano stati impartiti a contratto. Alle spalle di questa scelta c’è un investimento fatto dalla Cgil del Veneto - attraverso una convenzione con il dipartimento di Studi storici dell’Ateneo – perché si potesse attivare, sin dal 2008, un corso di Storia del lavoro, a favore sia degli studenti che dei delegati o funzionari sindacali. La composizione dei partecipanti – plurale per età, attese, vincoli – induce i docenti a progettare con molta cura il percorso e a sperimentare linguaggi e metodi tesi al loro coinvolgimento attivo.

I corsi hanno evidenziato domande ulteriori di conoscenza e l’opportunità di socializzare i risultati di ricerca, specie in ordine ai mutamenti strutturali e delle culture del lavoro. Di qui l’avvio nel 2010 del seminario annuale di storia e scienze sociali “Ascoltare il lavoro”, progettato dal dipartimento con l’Ires Veneto, l’istituto di ricerche economiche e sociali della Cgil, e l’Aiso, l’associazione di storia orale. La collana “Culture del lavoro”, delle edizioni Ca’ Foscari, ha pubblicato ricerche significative e materiali dei seminari.

Venetica”, la rivista degli Istituti veneti per la storia della Resistenza e della società contemporanea, sostenuta anche dalla Cgil, ha dedicato diversi volumi a temi storico-sociali in assonanza con i percorsi di studio: “Operai in croce”, “La scuola delle 150 ore”, “Rivoluzioni di paese. Gli anni Settanta in piccola scala”, “Quando la scuola si accende”, “Articolo nove. Esperienze di medicina del lavoro a Nordest”, “Il corpo mi appartiene. Donne e consultori a Nordest”. La comunicazione intende illustrare queste esperienze e la loro evoluzione nel tempo.

 

Un bene comune: il ruolo dell’archivio sindacale come strumento di formazione e di ricerca storica all’interno del sindacato. Esperienze in Toscana
Relatore Stefano Bartolini, Fondazione Valore Lavoro

Alla base della concezione che ha guidato le proposte scientifiche e culturali della FVL nel corso degli anni si trova l’idea che l’archivio sindacale non è solo un magazzino, un deposito di conservazione delle carte da aprire a studiosi o laureandi, ma l’embrione di un ente culturale, capace di agire sia verso l’esterno che verso l’interno del sindacato. In questo secondo caso, indubbiamente meno noto al di fuori dei circuiti sindacali, il ruolo degli archivi diviene quello di partecipare all’offerta formativa, sostenendo la domanda di conoscenza storica, e di collaborare ai progetti di ricerca storica che prendono forma nei vari territori per rispondere a domande di conoscenza con immediati risvolti pratici dove il ruolo del sindacato è sempre di più quello di compartecipe e non solo di semplice committente.
La relazione illustrerà in prima battuta alcuni moduli di formazione sindacale prodotti nel corso del tempo dalla FVL in collaborazione con le strutture sindacali e con l’agenzia formativa SMILE Toscana, che ha appena dato vita a una nuova scuola di formazione sindacale, e come questi diventino momento di discussione e confronto partecipato con i frequentanti: Organizzare i non organizzati. Il sindacato nella storia; Sindacato, partiti, istituzioni; Dar voce al lavoro. La tecnica dell’intervista di storia orale come strumento di ascolto e racconto; Il calendario civile repubblicano. Sei date utili nel quadro dell’azione politico-sindacale. In secondo battuta ci si soffermerà sulle occasioni di ricerca scaturite da queste esperienze, come la borsa di studio Per una storia orale del lavoro nella grande distribuzione alimentare in Toscana, realizzata insieme all’università di Firenze e che coinvolge attivamente studiosi e delegati di base del sindacato nella realizzazione di una ricerca storica.

 

• Public Brickstory? La storia e i mattoncini lego

Negli ultimi anni si è andato affermando l’uso dei lego come strumento per raccontare la storia. I “mattoncini” hanno cioè travalicato, in parte, il semplice gioco, dentro a un quadro più ampio che vede ormai un utilizzo intergenerazionale – che dall’infanzia è passato a coinvolgere anche gli adolescenti e gli adulti – di quello che è diventato un vero e proprio “media” espressivo e comunicativo. Non si tratta di un fenomeno isolato. La dimensione ludica da tempo fa parte a pieno titolo della Public History e della comunicazione storica. Le potenzialità narrative e partecipative di un gioco che diventa anche un “media” sono evidenti. Oltre a infrangere le barriere generazionali, coinvolgendo e parlando a fasce di età diverse, i mattoncini permettono una rappresentazione immediata di fatti storici, tematiche, personaggi, creando al tempo stesso il contesto di una dimensione aggregativa e partecipativa che necessita intrinsecamente di conoscere la storia, di studiare e documentarsi. Fuori dall’Italia esistono già da tempo progetti ragionati di quella che, con un gioco di parole finalizzato a evidenziarne la peculiarità, viene definita Public Brickstory. Dal più famoso e consolidato sito Brick to the past a Historysbricks, Public BRICKstory e MiniFig Battlefileds si è allargato lo spazio della Lego History (che copre un vasto spettro di epoche storiche) intorno a cui ruota parallelamente una comunità internazionale che si incontra su social network di natura fotografica, come Flickr o Instagram – che permettono di diffondere le immagini delle proprie creazioni a tema storico – oppure su Twitter, in particolare per i progetti strutturati e ragionati. Come è evidente, questo fermento rientra nel campo della domanda pubblica di storia, sempre più diffusa come “consumo” culturale, ed in cui gli storici possono portare il loro contributo. Il Panel intende costruire un confronto intorno a questa pratica coinvolgendo public historian e lego historical builder.

Discussant Francesco Filippi (Fondazione Museo Storico del Trentino)

 

La “Lego History”. Una nuova forma di consumo della storia
Relatore Francesco Cutolo (Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, Pistoia)

Dal 2000 e, specialmente, nell’ultimo decennio, i lego sono diventati un fenomeno intergenerazionale con milioni di appassionati. Pur mantenendo il carattere di giochi, sono assurti a media attraverso cui veicolare concetti e informazioni, grazie alla loro modificabilità, immediatezza e riconoscibilità. Non a caso, gli studi culturali hanno riservato crescenti attenzioni a questo fenomeno socioculturale, interessandosi in particolare al rapporto dei “mattoncini” con le identità di genere e gli stereotipi etnico-razziali.
Sempre più appassionati si dedicano a soggetti e costruzioni a tema storico, per lo più militare. Questa tendenza, nota come Lego History, ha dato vita a una comunità transnazionale e intergenerazionale, attiva soprattutto sui socialnetwork fotografici (Instagram, Flickr), e alimentato un fiorente mercato di aziende che vendono MOC (My Own Creation), a carattere storico, e parti personalizzate, dette customizzate, compatibili con i mattoncini originali. Il fenomeno è svincolato dalle produzioni della casa madre, The Lego Group (TLG), la quale adotta particolari politiche rispetto alle rappresentazioni storiche e militari nei suoi sets. In questa subcultura lego prevale la passione per la militaria, tanto che questa tendenza sembra a tratti una peculiare declinazione del modellismo, ma un numero crescente di builders dà spazio a questioni storico-sociali e di genere. Non mancano, poi, progetti che utilizzano i “mattoncini” per raccontare la storia e implementare percorsi di Public History.
L’intervento presenta un quadro della Lego History, delineando per prima cosa come l’azienda di Billund si è rapportata nei propri set con i temi storici e militari. In secondo luogo, verrà ricostruita la nascita e lo sviluppo di questa subcultura dell’universo lego, osservando gli effetti sul mercato dei “mattoncini” e tracciando i caratteri, gli interessi e le tendenze dei lego historical builders. Lo studio della comunità dei costruttori lego a tema storico fornisce interessanti informazioni sulle influenze e sui modi di percepire, rielaborare e immaginare il passato da parte di un pubblico eterogeneo, che si approccia alla storia come forma di consumo culturale di massa.

 

Italian BrickHistory: social media, laboratori didattici, installazioni e riflessione scientifica
Relatore Stefano Bartolini (Fondazione Valore Lavoro)

La relazione illustrerà il progetto Italian Brickhistory, nato nel 2021 per portare la pratica della Public Brickstory (la storia ricostruita con i mattoncini lego) in Italia. L’obiettivo è quello di dare sistematicità alle attività creando al tempo stesso un punto di riferimento in rete, il sito omonimo, che costituisca anche uno spazio di incontro fra chi è interessato a questo strumento. Il lavoro di Italian BrickHistory si svolge su quattro linee di intervento: 1) la presenza sui social media Facebook e Instagram, ed in particolare nella nutrita community dei lego historical builder del secondo, sia attraverso un profilo del progetto che tramite profili personali con nickname, proponendo diorami o personaggi accompagnati da puntuali spiegazioni storiche; 2) la realizzazione di laboratori didattici con le scuole di ogni ordine e grado, attraverso dei kit per lavori di gruppo con spiegazione finale della ricostruzione e confronto tra i gruppi (nel primo anno di attività sono stati svolti numerosi laboratori sulla guerra partigiana ed è in fase di progettazione uno sulla storia del lavoro in fabbrica); 3) la creazione di installazioni, in mostre o site specific, che ricostruiscono contesti o eventi storici (è stata realizzato un casolare mezzadrile esposto all’evento Mattoncini nel chiostro a Prato – promosso da Toscana Bricks – e al Museo Casa di Zela e due installazioni sul Biennio rosso – occupazione delle fabbriche e scioperi rurali – esposte nel percorso espositivo La città del lavoro a Pistoia); 4) lo sviluppo del dibattito scientifico intorno a questa pratica, che ha già portato alla pubblicazione di un saggio sulla rivista Diacronie e una collaborazione con HistoryLabMagazine.

 

I lego a tema storico: una testimonianza
Relatore Andrea Boninsegna, Brickmania toys

La testimonianza ricostruirà come il relatore ha scoperto il mondo dei lego historical builder ed il suo progressivo coinvolgimento nell’ambiente, dalle prime realizzazioni alla trasformazione in lavoro, soffermandosi sulla scelta dei “temi” a cui sono dedicati i suoi design e sull’esperienza negli Stati Uniti. L’intervento sarà accompagnato dalla visione e illustrazione di alcune costruzioni lego a tema storico.

Indietro
Press-conference: designed by Flat Icons from Flaticon
Press-conference: designed by Flat Icons from Flaticon