Nel suo Racconto del lavoro salariato, appena uscito presso Il Mulino, Guido Baglioni offre una storia d'Italia attraverso le vicende del lavoro salariato, in un cammino di conflitti, conquiste, sofferenze e benessere. Il tema cruciale è quello della tutela del lavoro in fabbrica e la sua complessiva valorizzazione sociale: rispetto alla strada dell'antagonismo, Baglioni - professore emerito all'Università di Milano Bicocca e storico della Cisl - concentra l'attenzione sulle soluzioni di negoziato e cooperazione, miranti al miglioramento delle condizioni dei lavoratori nell'impresa.
La crisi ha frantumato questo difficile equilibrio: nell'interpretazione di Baglioni, il fuoco del problema passa dal rapporto di lavoro alla mancanza di lavoro, su cui si giocano i tempi e le qualità della ripresa economica.
Una proposta analoga, ma puntata al futuro più che al passato, è stata presentata da Giuseppe Berta in un libro di pochi mesi precedente, Produzione intelligente: anche qui si punta sul nesso tra recupero della comunità aziendale, riconquista della capacità innovativa e riduzione delle diseguaglianze acuite dalla crisi, scartando il conflitto come una questione ideologica e anacronistica (e rischiando di sottovalutare le questioni dei diritti del e sul lavoro).
Inoltrandosi «con la guida di Marx e Marshall» in stabilimenti quali l'unità di Saet Group a Leinì e l'atelier Maserati di Grugliasco, oltre che il "Giambattista Vico" di Pomigliano d'Arco e l'Ilva di Taranto, Berta descrive il configurarsi di un modello nuovo e dinamico, non privo di tratti antichi e specificità italiane: una «manifattura intelligente» in cui l'alto livello di organizzazione d'impresa si coniughi alla qualità dei servizi e dell'assistenza.
Guido Baglioni, Il racconto del lavoro salariato, Il Mulino 2014, 252 pagg., e Giuseppe Berta, Produzione intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche, Einaudi 2014, 158 pagg.