“Mountaineers are Always Free” era il motto dello Stato del West Virginia, ma ad esso corrispondeva nelle miniere una realtà di repressione, diritti negati, duri conflitti armati, che arrivarono nel 1912-13 e 1920-21 alle cosiddette coal wars o mine wars. Green racconta una storia di lotte per la libertà di organizzazione rimaste ai margini della memoria storia e della storia del lavoro negli Stati Uniti. Ha scritto Ferdinando Fasce nella sua recensione sul manifesto dell'8 aprile: «È la storia di come i minatori del West Virginia hanno strappato il diritto alla libertà di organizzazione e di presa di parola passando attraverso decenni di lotte durissime, da fine Ottocento ai primi anni Quaranta del secolo successivo. Lo hanno fatto, mostra Green in pagine che dovrebbero essere adottate nelle scuole di ogni ordine e grado, ma in particolare dove si studia diritto, ricorrendo in certi casi alla violenza organizzata e collettiva per rispondere al regime autoritario e dispotico, alle violenze e alle violazioni sistematiche della legalità da parte degli imprenditori e delle autorità politiche di vario livello spesso impegnate a dar man forte al capitale.» [ilmanifesto.info/una-guerra-di-classe-a-bassa-intensita/]
James R. Green, emerito all'Università del Massachussetts Boston, è un riconosciuto esperto del movimento operaio statunitense, con libri come The World of the Worker (1980)o Death in the Haymarket (2006). James Green, The Devil Is Here in These Hills: West Virginia's Coal Miners and Their Battle for Freedom, Atlantic Monthly Press 2015, 448 pagg.