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«Opificio della Storia», n.2/2021

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Segnaliamo il nuovo numero della rivista «Opificio della Storia», ricco di contributi di interesse per la storia economica e del lavoro.

Il volume, di cui si riporta in seguito l'editoria di Renato Sansa, è interamente disponibile in PDF a questo link.

Dall’atto di fondazione di RESpro - Rete di storici per i paesaggi della produzione l’associazione ha precorso un lungo cammino costituito da iniziative di varia natura: pubblicazioni, l’avvio di una rivista, molti interventi sul territorio, sotto forma di convegni e seminari. Un’attività davvero intensa se si pensa al breve lasso di tempo passato dalla sua ideazione e che nemmeno le recenti vicende legate alla pandemia hanno fermato. Le numerose attività svolte acquisiscono un particolare significato alla luce del compito che l’associazione si è proposta dall’atto della sua fondazione: attraverso un approccio basato sul dialogo tra diverse discipline scientifiche favorire e diffondere la conoscenza dei luoghi della produzione, con speciale attenzione alle aree interne. Un’idea largamente diffusa tra coloro che partecipano alle iniziative di RESpro, che considera le cosiddette aree marginali come un elettivo “campo di battaglia” sul quale esercitare la propria attività. Un compito di non poco conto e per nulla facile, se inserito nel contesto di lungo periodo che ha portato a una divisione de facto dell’Italia in aree attrattive, dove si concentrano le attività produttive, gli scambi, i fenomeni di urbanizzazione, e in aree secondarie, segnate da un graduale spopolamento, che in certi casi assume una vera e propria forma di abbandono, perdita di rilevanza sul piano economico e sociale. Su questo “campo di battaglia” l’associazione si è molto impegnata come, per esempio, racconta con dovizia di particolari Tania Cerquiglini nel saggio Intorno agli Appennini: racconto dei seminari itineranti RESpro presente in questo numero della rivista. Una vocazione a valorizzare la diversità delle aree interne o marginali, portatrici di un bagaglio di saperi stratificati nel tempo, spesso non compreso, sottovalutato o, nella peggiore delle ipotesi, semplicemente ignorato da quegli ambiti coinvolti nelle analisi e nei processi decisionali, che RESpro ha continuato a perseguire, come dimostrano anche i contributi presenti nel volume in uscita. Benedetta Verderosa pone all’attenzione dei lettori un’intrigante progetto di riqualificazione delle aree interne basato su un’agricoltura multifunzionale, capace oltre che di riattivare alcune produzioni locali, anche di svolgere una fondamentale funzione di presidio del territorio e di attrazione turistica. L’articolo dimostra con accuratezza come non si stia parlando di principi astratti, ma con l’illustrazione del caso della produzione vinicola del borgo di Cairano in alta Irpinia, corredata da una ricca iconografia, composta da rilievi e fotografie, mostra come queste pratiche possano avere ricadute positive sull’economie di questi territori. Sicuramente la rivista OS.Opificio della Storia è un’iniziativa sobria, ma in questo numero Bacco ritorna anche in un articolo cha amplia lo spettro di indagine al di fuori dei confini nazionali, per analizzare in una prospettiva storica la produzione vinicola di un’area interna del Cile, che seppure passibile di ulteriori miglioramenti sul piano della commercializzazione, conosce segni di crescente apprezzamento. Anche gli altri contributi presenti nel volume, in particolare quelli di Tommaso Dossi e Claudio Lorenzini, riflettono in una prospettiva storica il valore storico delle aree montane in comparazione con la loro dimensione attuale. Annose questioni legate all’attualità sono prese in considerazione da Serena Caroselli e Augusto Ciuffetti nel contributo che mette a confronto tentativi di “valorizzazione” calati dall’alto e resilienze storiche che consentono alle comunità locali una possibile azione di contrasto. In altri termini l’odierno volume della rivista OS. Opificio della Storia e l’attività dell’associazione RESpro mostrano, mano mano che la loro attività procede, che le aree interne, seppure da alcuni dimenticate, sono cariche di prospettive di utilizzo e di sviluppo, purché se ne sappia interpretare adeguatamente la storia. La storia diventa il grimaldello per forzare situazioni stagnanti e indicare corrette letture del territorio e possibili opzioni di riutilizzo e valorizzazione di aree che i criteri dello sviluppo industriale hanno reso marginali.

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La rivista «Opificio della Storia» è espressione dell’Associazione nazionale RESpro - Rete di storici per i paesaggi della produzione ed è impegnata a dar voce a tutti gli studiosi interessati a difendere e a sostenere la cultura storica del lavoro e dei luoghi della produzione in tutte le loro declinazioni, economica e sociale, moderna e contemporanea, dell’architettura e dell’arte, in una prospettiva interdisciplinare costantemente aperta al mondo della conservazione, dell’archeologia, della geografia e della comunicazione. OS accoglie studi storici e ricerche applicate sui sistemi produttivi, dagli ambienti silvo-pastorali all’agricoltura e all’industria, e sui paesaggi rurali e urbani, colti nella loro dimensione materiale e immateriale e nelle loro diverse articolazioni economiche, politiche, sociali, artistiche e territoriali. Di seguito i link - il primo alla piattaforma Share che ospita la rivista, il secondo al portale di OS. Opificio della Storia, il terzo al portare RESpro - cui è possibile consultare e scaricare la Rivista nell’interno fascicolo o per i singoli.

http://www.serena.unina.it 

http://www.serena.unina.it/index.php/os 

https://resproretedistorici.com 

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