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Il silenzio della polvere

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«Fa più male la Coca-Cola»: così garantiva Elio Graziano - il potentissimo uomo d'affari avellinese che sarà poi al centro dello "scandalo delle lenzuola d'oro", scoppiato nel 1988 per un appalto concessogli nel 1979 - a proposito della decoibentazione dall'amianto gestita dalla sua Isochimica. Negli anni '80, nel pieno centro abitato di Avellino (nel quartiere di Borgo Ferrovia, ancora oggi non bonificato), lavoratori giovanissimi, privi di mascherine, tute o qualsivoglia protezione, si dedicarono a decoibentare 1.740 carrozze ferroviarie e 499 elettromotrici delle Ferrovie dello Stato. Questa indagine socioetnografica ricostruisce, attraverso le biografie dei sopravvissuti  (molti dei quali gravemente ammalati), un caso paradigmatico di delocalizzazione di lavorazioni pericolose verso territori economicamente e socialmente deboli, avvenuto grazie all'omertà e alla connivenza delle istituzioni locali (approfittando anzi del piano di ricostruzione seguito al terremoto dell'Irpinia del 1980). L'ordinanza di chiusura dell'Isochimica arrivò solo nel 1988. «Siamo stati cavie per tutti: per Graziano, per le Ferrovie, per i politici, per i sindacati. Sulla nostra pelle tutti hanno fatto i loro investimenti», ricorda un ex operaio.

 

Il libro è frutto di un'inchiesta, durata due anni, dell'Unitò di Ricerca sulle Topografie Sociali dell'Università di Napoli "Suor Orsola Benincasa" e coordinata da Antonello Petrillo, che vi insegna Sociologia Generale e Topografie dello Spazio Sociale. Il silenzio della polvere. Capitale, verità e morte in una storia meridionale d'amianto, a cura di Antonello Petrillo, Mimesis 2015, 238 pagg.

 

Qui una breve presentazione: www.youtube.com/watch

e qui una più estesa raccolta di testimonianze: www.youtube.com/watch

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