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Due libri sul lavoro femminile nell'Europa preindustriale

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Due libri per sfatare i luoghi comuni che vedono il lavoro femminile nell'Europa preindustriale impiegato solo negli impieghi domestici e di cura, o comunque in stretta dipendenza dall'attività lavorativa del marito: lo vediamo, al contrario tra il XIII secolo e la fine del XV, non solo nel tessile ma anche nell'edilizia, nelle miniere, nelle saline, come troviamo donne impegnate in attività commerciali, imprenditoriali e organizzative (tra cui Lucrezia Borgia, che si occupò di bonifiche di terreni, specie nel Ferrarese), con rapporti altalenanti con le corporazioni; e poi, in età moderna, artigiane, artiste, giornaliste, capitane d'industria. Maria Paola Zanoboni, dottore di ricerca in storia medievale all'Università di Milano e già autrice di numerose pubblicazioni di storia economica del Medioevo, si concentra su «microcosmi» come i cantieri pavesi e i monasteri e conventi, mentre Anna Bellavitis, docente di storia moderna all’Università di Rouen, esplora una geografia più vasta, che va dall’Italia alla Scandinavia, dalla Spagna alla Polonia.

 

Maria Paola Zanoboni, Donne al lavoro nell’Italia e nell’Europa medievali (secc.XIII-XV), Jouvence, Milano 2016, 180 pagine, e Anna Bellavitis, Il lavoro delle donne nelle città dell’Europa moderna, nella collana Storia delle donne e di genere della casa editrice Viella, Roma 2016. Sulle pagine dei due volumi nei siti dei rispettivi editori si possono trovare raccolte di recensioni: qui e qui. I due volumi sono stati discussi insieme nel workshop Women’s Work in Pre-industrial Europe presso l'Istituto Universitario Europeo il 12 dicembre 2016.

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