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CFP - 61 Conferenza ITH – Natura del lavoro: esplorare le intersezioni tra storia del lavoro ed ecologia politica (scadenza 30 gennaio 2026)

|   Bandi

Conferenza a Linz (Austria), Date: 17–19 settembre 2026

Fin dal XIX secolo, la “questione sociale” è stata il fondamento del movimento operaio e di molti altri movimenti sociali. Sebbene questa “questione sociale” non sia stata affatto risolta – anzi, negli ultimi anni la sua urgenza è riemersa (Breman et al. 2019) – dagli anni Settanta del Novecento è emersa un’altra sfida fondamentale: la “questione ecologica”.

I movimenti sociali reagirono rapidamente a questa nuova sfida, mentre quelli legati al lavoro mantennero una posizione ambivalente, spesso aderendo agli imperativi della “crescita”. Il riconoscimento ufficiale da parte degli Stati e di altri attori istituzionali della questione ecologica è stato invece più lento, discontinuo e instabile. Oggi, l’insieme delle crisi ecologiche di origine antropica ha raggiunto un punto tale che molti scienziati della Terra ritengono siano state superate diverse soglie ecologiche critiche, non solo in relazione al cambiamento climatico, ma anche a sei dei nove processi per i quali sono stati definiti i “limiti planetari”.

In questo contesto, il campo interdisciplinare dell’ecologia politica (che risale almeno agli anni Settanta) ha conosciuto un’espansione spettacolare. In un certo senso, è diventato la scienza sociale critica interdisciplinare del nostro tempo, uno spazio in cui convergono preoccupazioni accademiche e politiche. Nel mondo anglofono, l’ecologia politica si è fortemente orientata verso la prospettiva storica, con autori come Timothy Mitchell, Jason Moore o Andreas Malm che hanno messo in luce gli intrecci tra estrazione materiale, fonti energetiche (in particolare i combustibili fossili), sfruttamento ecologico, sviluppo capitalistico e sfruttamento del lavoro.

Sebbene la storia del lavoro e delle relazioni lavorative trovi spazio in questi studi, molti osservatori hanno notato una persistente mancanza di comunicazione tra storia del lavoro ed ecologia politica. Questa relazione complessa rivela diverse tensioni. Una delle cause è la tradizionale diffidenza nei confronti degli studi sul “lavoro”, percepiti come intrappolati in un dualismo natura-società e in un’ossessione per l’“industriale” e la “produzione”.

Tuttavia, è emersa una ricca produzione scientifica all’intersezione tra storia del lavoro, storia ambientale ed ecologia politica.

Ad esempio:

  • sono state criticate le conseguenze indesiderate di un’attenzione eccessiva alla “questione ecologica” incentrata sul consumo, proponendo invece di rifocalizzare l’analisi sull’interazione tra uso della natura (inclusi gli animali) e sfruttamento dei lavoratori, entrambi convergenti nel processo di lavoro (Schaupp 2024);

  • altre/i hanno sostenuto la necessità di includere il lavoro riproduttivo e di cura non retribuito in qualsiasi analisi delle implicazioni ecologiche del lavoro e di riconoscere le occasioni in cui il movimento operaio ha portato avanti istanze ambientaliste, creando una forma di “ambientalismo operaio” (Barca 2024);

  • l’approccio della “frontiera delle merci” ha invitato a combinare la prospettiva della storia globale del lavoro con quelle dell’economia ecologica, dell’analisi delle catene delle merci e di altri campi per mettere a fuoco le interazioni complesse nei siti di produzione (soprattutto agraria) (Beckert et al. 2021).

Sembra dunque opportuno e necessario mettere in dialogo in modo più strutturato e produttivo la storia globale del lavoro e l’ecologia politica storica, valutando le ricerche esistenti e tracciando nuove direzioni. La conferenza proporrà una visione differenziale e politicizzata dei principali riferimenti delle crisi ecologiche passate e presenti (come il “riscaldamento globale”), ponendo il lavoro come categoria chiave di differenziazione.

Accogliamo proposte relative a tutti i periodi storici e a tutte le aree del mondo, purché mettano in relazione gli studi storici sul lavoro con le questioni dell’ecologia politica (e viceversa).


Possibili temi di ricerca

  • Discussioni concettuali e teoriche sui modi di mettere in dialogo la storia del lavoro e le diverse correnti dell’ecologia politica, incluse le riflessioni su “antropocene vs. capitalocene” (o “plantationocene”), metabolismo sociale, scienze climatiche e della Terra vs. discipline umanistiche, scambi ecologici ineguali e energia come concetto-ponte fondamentale.

  • Proprietà biofisiche dei materiali primari o semilavorati – dalla biomassa ai minerali metallici e non metallici, ai combustibili fossili – e le loro implicazioni per i processi lavorativi e le logiche di resistenza operaia.

  • Animali come “lavoratori”: intersezioni storiche e concettuali tra lavoro animale e umano, e ruolo degli animali nei processi produttivi.

  • Relazioni di lavoro e conflitti durante la prima transizione ai combustibili fossili (XIX secolo) e nelle successive trasformazioni delle fonti energetiche primarie (dal carbone al petrolio, all’energia atomica, alle rinnovabili).

  • Interazioni tra relazioni di lavoro e fattori ecologici nell’estrazione di carbone, petrolio/gas e uranio, in prospettive locali, interregionali o coloniali.

  • Effetti del degrado ambientale e delle crisi ecologiche sul lavoro e sull’attivismo operaio: dall’impatto climatico concreto (calore, freddo, eventi estremi) alle lotte per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, fino alle battaglie per il rinnovamento urbano.

  • Temporalità e futuri: nozioni come “transizione energetica/verde”, proiezioni di catastrofe, e il modo in cui i movimenti operai si rapportano a questi orizzonti.

  • Migrazioni del lavoro e cambiamenti ecologici: analisi dell’impronta di carbonio delle migrazioni, del nesso tra rimesse economiche e degrado ambientale, o delle relazioni tra giustizia climatica e diritti dei lavoratori migranti.

  • Lavoro ed ecologia nella produzione agraria: dall’agricoltura di sussistenza alle produzioni di esportazione (caffè, tè, zucchero, frutta tropicale, cereali), inclusi allevamento, silvicoltura, floricultura e trasformazione dei prodotti agricoli.

  • Estinzione delle specie e perdita di biodiversità: impatti sui processi lavorativi (es. apicoltura, coltivazioni di riso o caffè) e risposte dei lavoratori e dei movimenti sociali.

  • Geoingegneria (intenzionale o meno) come campo di intervento ecologico con importanti implicazioni per il lavoro, inclusi i progetti su larga scala e la loro manodopera specializzata.

  • Collapsologie e scenari di devoluzione civile legati a crisi ecologiche estreme, con analisi storiche del lavoro in condizioni di precarietà ambientale e delle politiche del lavoro legate all’emergenza ecologica.


Invio delle proposte

Le proposte dovranno includere:

  • Abstract (max. 300 parole)

  • Nota biografica (max. 200 parole, in forma discorsiva)

  • Indirizzo completo ed e-mail

L’abstract dovrà contenere un paragrafo separato che spieghi come e a quali elementi o questioni della Call for Papers si riferisca il contributo proposto.
Il breve CV dovrà indicare i contributi della/del candidata/o al campo della storia del lavoro, in senso ampio, e specificare (se possibile) eventuali pubblicazioni rilevanti. È possibile allegare una pubblicazione rappresentativa.

Le proposte vanno inviate al conference manager Laurin Blecha:  conference@ith.or.at


L’ITH intende, in base alla coerenza e alla qualità dei contributi, pubblicare un volume collettaneo derivato dalla conferenza. Dal 2013 i volumi dell’ITH sono pubblicati nella serie “Studies in Global Social History” (Brill), a cura di Marcel van der Linden. Le/i partecipanti sono incoraggiati a proporre i propri paper per questa pubblicazione; i contributi di alta qualità saranno selezionati dai curatori del volume.


  • Invio proposte: 30 gennaio 2026

  • Notifica di accettazione: 2 marzo 2026

  • Invio paper completi o versioni per la presentazione: 14 agosto 2026

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