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CFP (Dis)eguaglianza et (in)giustizia. Numero speciale di Genesis (scadenza 1 marzo)

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Le disuguaglianze sono sempre state presenti nelle società umane in vari modi. Sono alla base stessa delle gerarchie di ricchezza, prestigio, onore e cultura..., ma anche alla base di quelle ideologie che le legittimano o le condannano, in generale e in particolare

Riportiamo di seguito un estratto della ben più ampia call for papers che è possibile trovare a questo collegamento ipertestuale.

Lo scopo di questo numero della Genesis è quello di raccogliere documenti che consentano di reindirizzare l'analisi in una direzione più adeguata e aperta delle disuguaglianze nella storia generale a partire dalla parzialità della storia delle donne, nonché da una critica dell'esistente storiografico ed economico letteratura.

Già il sottotitolo “Il valore delle donne” suggerisce la direzione da seguire, soffermandosi sull'analisi del valore economico, giuridico, sociale... attribuito alle donne - il loro lavoro, le loro parole, la loro capacità giuridica, intellettuale, politica - in periodi e contesti culturali differenti. Questo valore attribuito dalle istituzioni, dagli ordinamenti, nonché dalle norme e standard sociali, può essere quantitativo (come, ad esempio, nel caso dei salari), ma può riferirsi anche ad aspetti più immateriali (il valore della testimonianza femminile in i tribunali, o il valore della preghiera femminile in alcune religioni, per esempio). Ciò può essere osservato sia dal punto di vista delle norme, sia delle azioni individuali e collettive volte a "correggere" le disuguaglianze create da tali norme quando queste sono percepite come ingiuste, contrariamente all'idea soggettiva che la giustizia dovrebbe essere applicata sulla base del caso per caso di valutazione.

Questa prospettiva ne apre un'altra, riguardante le idee implicite di giustizia e ingiustizia che supportano le pratiche redistributive, sia su scala collettiva e istituzionale, sia su scala individuale. Quali criteri determinano la posizione relativa degli individui e dei “gruppi” (incluse le donne) all'interno di una data società? In che modo la disuguaglianza delle donne viene sistematicamente reiterata, affermata e riprodotta in tutti i campi - dall'economia alla politica, dai diritti alla religione, attraverso la cultura e l'accesso all'istruzione? Quali discorsi e pratiche lo sostengono nel tempo? In che modo queste concezioni si evolvono e influiscono sulle trasformazioni sociali fondamentali da cui sono esse stesse generate? A quali livelli - individuale, collettivo, normativo o informale... - si possono registrare azioni redistributive che mostrino, tra l'altro, l'agency delle donne nel ripristinare particolari forme di equità?

Il passaggio alla contemporaneità, all'età dell'eguaglianza come prospettiva condivisa, è certamente un campo di studio imprescindibile, che va rilanciato a partire dall'analisi dei criteri che regolano il persistere delle disuguaglianze fondamentali (in diritto e in pratica) oggi inscritta in una prospettiva che, contrariamente al periodo pre-contemporaneo, vede l'uguaglianza come possibile se non desiderabile. Come si comportano le donne in un mondo in cui la proclamata uguaglianza fa eco a una vera e propria ineguaglianza implacabile? Che tipo di azioni vengono intraprese per sanare uno stato di cose che contrasta con un diritto ideale e quali sono i risultati?

Le proposte di articolo devono affrontare queste domande attraverso casi studio specifici o attraverso rivisitazioni critiche della più o meno recente bibliografia economica, storiografica e storico-giuridica relativa ai temi della disuguaglianza, in una prospettiva di genere.

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