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CFP Migrazioni contemporanee: sistemi, percorsi, esperienze, conflitti (scadenza 5 giugno 2023)

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La rivista Archiv für Sozialgeschichte prepara un numero monografico sulle migrazioni che sarà preceduto da una conferenza in cui saranno trattati i temi delle proposte.

Il prossimo numero dell'Archiv für Sozialgeschichte sarà dedicato alla storia delle migrazioni, un campo di ricerca che è cambiato radicalmente negli ultimi anni. La sua lotta per il riconoscimento è stata inizialmente segnata dalla necessità di enfatizzare le potenziali "conquiste" dei migranti e dei Paesi di accoglienza. Si è evoluta in un'area di ricerca ricca di diversi dibattiti metodologici e approcci epocali. Il numero si propone di considerare le attuali tendenze della ricerca e invita i collaboratori di diverse discipline storico-sociali a riflettere sul futuro della storia delle migrazioni, sia dal punto di vista empirico che teorico. Il numero si concentra sul periodo dal XVIII secolo in poi, senza escludere contributi su periodi precedenti.

Sistemi migratori

Il termine sistema migratorio, che nella nostra accezione non implica altro che connessioni stabili tra regioni (del mondo) attraverso la mobilità nel corso di lunghi periodi di tempo, si è affermato da tempo nella ricerca. A partire dal XV secolo, gli spostamenti degli europei verso le Americhe e le colonie in altre regioni del mondo hanno costituito un modello che si è protratto fino agli anni Cinquanta. Allo stesso modo, la deportazione secolare degli africani verso l'America Latina e il sud degli Stati Uniti (poi) fino alla seconda metà del XIX secolo, definita "Atlantico nero", descrive un processo simile. I sistemi migratori non si applicano solo al movimento volontario dei migranti. Sarebbe piuttosto auspicabile includere i rapporti di indenture e di lavoro a contratto (peonage), che sono stati oggetto di molte ricerche recenti e che riguardano numerosi migranti provenienti dall'Asia. La natura di questi rapporti, che era de jure ma non sempre de facto limitata nel tempo, allude alla dimensione temporanea della migrazione, che non è necessariamente permanente. Siamo interessati ai movimenti migratori di ritorno e ai modelli stagionali, indipendentemente dal fatto che fossero controllati dai cicli del raccolto o dai regolamenti di soggiorno, la cui importanza è evidente, ad esempio, per gli operatori sanitari dell'Europa orientale che lavorano in Germania. Da un lato, la ricerca di modelli richiede l'inclusione della situazione demo-economica nelle regioni di origine e della diversa organizzazione del mercato del lavoro nelle regioni di destinazione. Ciò pone l'accento sullo Stato come importante organo direttivo da tenere in considerazione, senza che la politica migratoria sia l'interesse primario del volume. D'altra parte, è importante prendere in considerazione gli attori che organizzano il movimento tra la regione di origine e quella di destinazione, in modo formale o informale, legale, semi-legale o illegale. Solo mettendo insieme le due parti saremo in grado di comprendere, ad esempio, il reclutamento stabile e a lungo termine di operatori sanitari dai Paesi insulari del Sud-Est asiatico per lavorare in Europa e in Nord America.


Percorsi, mezzi di trasporto, reti

Gli attori sopra menzionati sollevano di conseguenza la questione dei mezzi di trasporto a disposizione dei migranti, delle rotte che utilizzavano e delle reti da cui erano sostenuti o in cui rimanevano intrappolati. I sentieri sono ancora oggi importanti (e la loro conoscenza è una chiave per l'attraversamento illegale delle frontiere), ma i collegamenti marittimi, ferroviari e aerei hanno cambiato radicalmente l'infrastruttura della migrazione. I porti, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti sono diventati stazioni di smistamento centrali che non solo fungono da interfaccia tra i diversi settori della migrazione, ma spesso bloccano quest'ultima perché le norme sulle epidemie impongono la quarantena o comportano la sistemazione forzata in rifugi talvolta extraterritoriali ai sensi della legge sull'asilo. Il volume affronta in particolare questa tensione tra mobilità e immobilità, sottolineando che le regioni di origine e quelle di destinazione non sono punti di partenza e di arrivo ben definiti della migrazione, che in alcuni casi - come nel caso del lavoro migrante - è rimasta strettamente legata.

Esperienze, conoscenze e conflitti

Soprattutto, all'arrivo è spesso incerto se un luogo - di solito una città - diventerà o addirittura dovrà diventare la destinazione finale. Anche i tempi, in gran parte determinati dal potenziale desiderio di tornare, modellano le strategie dei migranti. Non è un caso che spesso cerchino di trovare un impiego nel commercio e nella gastronomia. Tali strategie devono essere esaminate in modo più sistematico, tenendo conto anche dell'importanza delle reti etniche o religiose. Infine, ma non meno importante, siamo interessati a capire quali diritti di partecipazione, compreso il diritto di voto, vengono rivendicati e quando, e quali reazioni si possono osservare nella società maggioritaria. I lavoratori locali hanno spesso negato agli immigrati la partecipazione al mercato del lavoro - una sfida costante per le organizzazioni sindacali, soprattutto perché i datori di lavoro hanno spesso utilizzato gruppi discriminati dal punto di vista etnico o razziale per rompere gli scioperi. Oltre al mercato del lavoro, anche il mercato immobiliare è particolarmente soggetto a conflitti, ma a volte dimostra che la migrazione non equivale invariabilmente a povertà. I russi fuggiti in Georgia sono talvolta guardati con sospetto perché le loro qualifiche professionali superiori alla media consentono loro di pagare affitti molto alti. Anche se il volume non sarà in grado di analizzare sistematicamente tutti questi campi di conflitto, speriamo di ottenere contributi concettuali ed empirici ricchi.

 


La Fondazione Friedrich Ebert ospiterà una conferenza, che si terrà presumibilmente nell'ottobre 2023, per discutere idee, temi e domande di contributo sul tema dell'AfS 64 come sopra indicato. Invitiamo gli studiosi a presentare proposte di non più di 3.000 caratteri entro il 5 giugno 2023. Gli abstract, i documenti della conferenza e i contributi successivi possono essere presentati in tedesco o in inglese. Successivamente, i redattori dell'Archiv für Sozialgeschichte selezioneranno i contributi, che dovranno essere di circa 60.000 caratteri (note a piè di pagina incluse). La scadenza per la presentazione dei contributi è il 31 gennaio 2024.

L'Archiv für Sozialgeschichte è curato da Claudia Gatzka, Kirsten Heinsohn, Thomas Kroll, Anja Kruke, Philipp Kufferath (direttore generale), Friedrich Lenger, Ute Planert, Dietmar Süß e Meik Woyke.

Per ulteriori informazioni e per tutti gli articoli ad accesso libero fino al 2021, consultare il sito: www.fes.de/afs/.

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