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CFP - Una storia della pulizia dei tessuti: lavaggio e profumazione delle stoffe dal Medioevo all’età moderna (scadenza 30 settembre 2025)

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Conferenza internazionale presso l'Institute of Art History, Università di Berna, Svizzera, 28–29 maggio 2026

Nel 2024, la mostra Sleeping Beauties al MET (New York) ha coinvolto il pubblico ricreando i profumi degli abiti esposti—identificati tramite analisi cromatografiche—per illuminarne la storia e il rapporto con i sensi corporei. Le analisi e le interpretazioni pubblicate nel catalogo rivelano non solo la presenza di profumi, ma anche tracce di cosmetici, sebo, aria inquinata e vino, tra altri aromi. Sebbene la risonanza poetica di queste tracce sensoriali possa evocare l’esistenza effimera di questi indumenti, i loro odori non sono sempre stati percepiti come desiderabili. Al contrario, la storia dei tessuti e dell’abbigliamento è profondamente intrecciata con pratiche di lavaggio, smacchiatura, deodorizzazione e profumazione, tutte pensate per garantirne la durata e la riutilizzabilità. Questa conferenza internazionale intende esplorare tali pratiche e il loro significato nella storia del tessile.

Lo studio storico della pulizia dei tessuti è emerso all’incrocio tra storia culturale, studi sulla cultura materiale, studi sensoriali, storia economica e archeologia. Mentre produzione, commercio e consumo dei tessuti sono stati ampiamente documentati, la ricerca sulla manutenzione e pulizia dei tessuti—sia come parte delle pratiche domestiche quotidiane sia nella cura di tessili simbolicamente significativi (come paramenti liturgici e stoffe cerimoniali)—ha iniziato ad attirare l’attenzione degli studiosi solo di recente.

Gli studi sull’igiene hanno sottolineato il ruolo dei tessuti negli approcci e nelle concezioni della pulizia del corpo, in particolare attraverso la relazione tra biancheria intima e corpo. Come osserva Georges Vigarello nel suo Le propre et le sale, il bianco dell’abbigliamento è stato a lungo associato all’igiene personale. I ricercatori si sono concentrati soprattutto sul lavaggio della biancheria e sul suo ruolo simbolico quale indicatore di salute e virtù morali e spirituali (Vigarello, 1985; Roche, 1989). Successivamente, lo studio della pulizia e della purezza della biancheria è stato esteso ai contesti coloniali, dove tali nozioni si intrecciavano con concetti di razza e bianchezza, evidenziando al contempo differenze regionali nelle percezioni della pulizia e della cura del corpo (Brown, 2009; White, 2012). I concetti legati alla salute, all’igiene corporea e ai tessuti puliti sono strettamente connessi anche alle questioni degli odori e alle tecniche di profumazione delle stoffe, un’area esplorata da storici e storiche dell’arte specializzati nello studio dei sensi (Dospěl Williams, 2019; Schlinzig, 2021).

L’origine e l’evoluzione dei materiali e delle tecnologie per la pulizia, dall’uso del sapone alle ricette per la smacchiatura fino alle innovazioni chimiche, hanno parimenti suscitato l’interesse degli storici (Leed, 2006). Alcuni studi, ad esempio, hanno mostrato come i metodi di pulizia fossero adattati in base al tipo di fibra e alla solidità del colore, nonché come la stessa manifattura della biancheria fosse condizionata dal suo futuro lavaggio (North, 2020). Queste pratiche della pulizia sono state affrontate anche dal punto di vista degli attori sociali, in particolare in relazione al lavoro di genere. Il lavoro delle lavandaie, raramente documentato nelle fonti scritte, è stato discusso come forma di sapere e competenzaincorporati (Morera e Le Roux, 2018; Robinson, 2021). Le immagini pubblicitarie sono servite inoltre a esplorare la dinamica tra percezioni collettive del bucato pulito e le sue dimensioni commerciali (Kelley, 2010).

Sulla scorta di queste ricerche, la conferenza internazionale intende esaminare la pulizia dei tessuti da una prospettiva globale e nelle sue interazioni con igiene, olfatto, opinione sociale, preferenze estetiche, aspettative di qualità, questioni ecologiche e imperativi economici—tutti elementi intrinseci alle stoffe. La conferenza mira a indagare tali pratiche e la loro parte nell’esperienza quotidiana della vita nel passato.


Domande di ricerca chiave:

  • Chi erano le persone coinvolte nella pulizia ordinaria o straordinaria dei tessuti e quali ingredienti e strumenti venivano utilizzati?

  • Quali conoscenze sui tessuti e sulla loro cura circolavano all’epoca e come venivano trasmesse?

  • In che modo queste praticheevolsero tra XVIII e XIX secolo, periodo di intenso sviluppo della chimica e della scienza industriale?

La questione della cura e della pulizia diventa ancor più significativa se si considerano le molte vite degli oggetti tessili. La pulizia e la manutenzione variavano certamente non solo per tipo di tessuto, ma anche per destinazione e contesto d’uso.

  • Biancheria domestica e abiti da lavoro venivano sfruttati fino all’ultimo filo—rattoppati, trasformati, riutilizzati.

  • Indumenti e decorazioni tessili più costosi e raffinati erano usati con maggiore parsimonia; alcuni sono stati tramandati—e persino conservati fino a oggi.

Questo aspetto invita a esplorare l’ampia varietà dei tessuti e la differenziazione delle pratiche di cura per indumenti intimi e capi esterni, per arredi e tessili domestici.
Domande guida:

  • Gli indumenti intimi erano il fulcro principale delle routine di pulizia?

  • Come si curavano i tessuti d’abbigliamento e d’arredo con tecniche di decorazione complesse e materiali preziosi (dalla seta ai fili metallici)?

  • Come si manteneva, attraverso il lavaggio, la foggia di capi specifici, come le gorgiere?

  • In che modo l’uso previsto di un tessile—dai panni mestruali alle vesti cerimonialiinfluenzava la scelta dei metodi di pulizia?

Concepita come esperienza corporea, la pulizia dei tessuti porta con sé implicazioni sensoriali rilevanti. Integrare gli studi sensoriali con la storia della pulizia consente di esplorare non solo le esperienze sensoriali associate al lavare o all’indossarebiancheria o abiti puliti, ma anche il sapere sensoriale che si è sviluppato attorno a tali pratiche.
Esempi di indagine:

  • Quali odori erano associati alla pulizia?

  • Come si valutava la temperatura dell’acqua di lavaggio?

  • In che modo si percepivano i cambiamenti tattili nei tessuti durante il lavaggio?

La conferenza abbraccerà aree geografiche dal mondo atlantico all’Europa, all’Africa, al mondo islamico e all’Asia, per esaminare le differenze culturali, la circolazione di pratiche e tecniche di pulizia, e le evoluzioni nelle concezioni dell’igiene.


La conferenza si terrà presso il Dipartimento di Storia delle Arti Tessili dell’Università di Berna (Institute of Art History) il 28–29 maggio 2026.


Istruzioni per l’invio delle proposte, scadenza 30 settembre:

  • 300 parole per l’abstract

  • 150 parole per la biografia breve

  • inviare a Moïra Dato (moira.dato@unibe.ch) e Érika Wicky (erika.wicky@univ-grenoble-alpes.fr)


Comitato scientifico: Olivier David (Institut Lavoisier / Paris-Saclay), Aziza Gril-Mariotte (Musée des Tissus, Lione / Université Aix), Raphaël Morera (CNRS-EHESS), Corinne Mühlemann (Università di Berna), Helen Wyld (National Museum Scotland).

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