Organizzatori del panel:
Aurélie Andry (Ruhr University Bochum), Thomas J. Adams (University of South Alabama), Philipp Urban (Ruhr University Bochum), Philipp Reick (TU Berlin)
Sin almeno la fine del XVIII secolo, riformatori sociali, leader sindacali, lavoratori organizzati e movimenti politici hanno promosso il controllo democratico sul luogo di lavoro, sull’industria e sulla vita economica come condizione cruciale non solo per la giustizia sociale e la sicurezza materiale, ma anche per la democrazia politica in senso più ampio. In questa prospettiva, si è sottolineato come, in assenza di una voce efficace sul lavoro e di controllo sul processo lavorativo, la partecipazione politica e l’uguaglianza politica formale dei lavoratori risultino gravemente limitate. Molti hanno sostenuto che la democrazia politica non possa affermarsi pienamente, o rischi di regredire (“backsliding”), se i diritti democratici sul lavoro, nell’industria e nell’economia vengono negati o si riducono.
In questo quadro, intellettuali, attori politici e sindacali e movimenti sociali hanno elaborato una vasta gamma di teorie e misure pratiche che ponevano la partecipazione dei lavoratori alle decisioni come prerequisito per la sostenibilità della democrazia. Alla luce degli attuali attacchi alle istituzioni democratiche, crediamo che sia il momento di ripensare quale ruolo potrebbe avere il rafforzamento e l’estensione della partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali industriali ed economici nella lotta per il futuro delle nostre democrazie.
Oggi, i crescenti timori di un’erosione democratica nella sfera politica si accompagnano al declino della democrazia economica registrato negli ultimi decenni. Per questo vogliamo esplorare il ruolo che la “democrazia” ha avuto nel pensiero, nell’organizzazione e nelle esperienze vissute di individui e movimenti del passato e del presente che hanno lottato per un maggiore controllo sui luoghi di lavoro, su interi settori industriali e sull’economia nel suo complesso.
Invece di concentrarci su come la democrazia sul lavoro abbia inciso su performance economica, produttività e soddisfazione dei dipendenti – oggetto di molta ricerca precedente – vogliamo andare al cuore del nostro tema e chiederci: se, come e perché la democrazia sul lavoro rafforza e migliora la democrazia in altre sfere sociali, dalle famiglie e organizzazioni civiche alle comunità locali, allo Stato-nazione e all’arena internazionale. Proponiamo quindi una serie di panel che vadano oltre lo sguardo prettamente storico che ha caratterizzato le attività precedenti del nostro gruppo di lavoro.
Invitiamo contributi da un’ampia gamma di discipline, tra cui storia, filosofia, sociologia, diritto, scienza politica, economia e altre ancora. Siamo particolarmente interessati a paper di taglio transnazionale o comparativo e a contributi sui dibattiti e sviluppi nel Sud Globale e in contesti non occidentali. Accogliamo studi di caso così come lavori teorici e concettuali. Non c’è un focus su un periodo specifico: vogliamo facilitare un dibattito interdisciplinare che includa prospettive storiche e contemporanee. Per i case study, ci aspettiamo che i/le partecipanti riflettano su come i loro casi si colleghino ai temi generali del panel.
Cerchiamo paper che trattino (ma non si limitino a) temi come:
La relazione tra democrazia industriale ed economica da un lato e democrazia politica dall’altro. Come hanno concepito teorici, attori politici, sindacalisti e lavoratori il potenziale influsso della democrazia economica e industriale sulla democrazia politica? Come si può misurare, studiare e interpretare questo impatto? Quali sono le sfide concettuali e metodologiche di questi studi?
L’impatto della partecipazione democratica sulle “mentalità democratiche”. In che misura (e come) teorici e pratici hanno ritenuto che l’esperienza soggettiva di partecipare alle decisioni sul lavoro infondesse ai lavoratori lo spirito e la consapevolezza necessari a sostenere la democrazia anche oltre il semplice voto? La partecipazione attiva ha/aveva lo scopo di dotare i lavoratori delle competenze necessarie a partecipare alla deliberazione e all’azione democratica al di fuori del contesto lavorativo? I lavoratori coinvolti in processi decisionali democratici sul lavoro erano/sono più propensi ad accettare decisioni di maggioranza? Erano/sono più inclini – nella loro vita politica quotidiana – a contrastare forme politiche autoritarie, fasciste, coloniali o antidemocratiche?
La relazione tra democrazia industriale e democrazia economica. Vi sono/erano luoghi o settori più propensi di altri a distinguere tra partecipazione democratica sul posto di lavoro e partecipazione democratica nell’economia più ampia? Come si influenzano/sono influenzati questi due livelli? Movimenti politici distinti si sono più spesso schierati con l’uno o con l’altro?
Il significato di partecipazione, controllo e rappresentanza nella democrazia industriale ed economica. Come si è/si manifesta la partecipazione attiva dei lavoratori alle decisioni di gestione sul posto di lavoro e in campo economico? Quali misure sono state/sono implementate per favorire la partecipazione attiva? Chi si è/si oppone a queste misure, e perché? Come hanno concepito la rappresentanza gli attori del passato e del presente? Qual è/era la relazione tra partecipazione e rappresentanza?
Scadenza per l’invio: 15 luglio 2025. Gli abstract (max 300 parole) devono essere accompagnati da una breve biografia. Le decisioni sui paper saranno comunicate entro metà settembre. Proporremo i panel entro il 30 settembre 2025. Gli organizzatori della conferenza comunicheranno l’accettazione definitiva dei panel il 20 ottobre 2025.
Inviare proposte e domande a: aurelie.andry@eui.eu.