L'emergenza Covid-19 ha portato alla luce le parziali mancanze - già ampiamente note - del Welfare italiano. In particolare, il peso dei progressivi tagli alla sanità pubblica ha palesato tutta la sua drammaricità negli ultimi due mesi, costringendo il governo ad assumere repentinamente neolaureati in medicina e in infermieristica per ovviare alla mancanza di personale. Un nodo complesso che necessità di riflessioni e di studi ad oggi ancora troppo marginali all'interno della storiografia italiana che si è occupata di ricostruire le tappe dell'efificio repubblicano. In questo spazio, di conseguenza, vogliamo segnalare due recenti saggi - entrambi scritti a quattro mani da Ilaria Pavan (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Chiara Giorgi (Università La Sapienza di Roma) - che hanno invece guardato in questa direzione, opernado un'attenta disamina delle origini del Sistema Sanitario Nazionale. Il primo ("Un sistema finito di fronte a una domanda infinita". Le origini del Sistema sanitario nazionale italiano), pubblicato su «Le Carte e la Storia» (n.2/2018), ricostruisce la genealogia - in termini ideativi e di principi - della riforma sanitaria attraverso un importante numero di fonti coeve, focalizzando parte delle sua attenzione sull'importanza del laboratorio umbro guidato da Alessandro Seppilli e dalla sua équipe. Il secondo (Le lotte per la salute in Italia e le premesse della Riforma Sanitaria. Partiti, sindacati, movimenti e percorsi biografici, 1958-1978), uscito su «Studi Storici» (2/2019), analizza il processo ventennale che ha portato (con la legge 883 del 23 dicembre 1978) all'istituzione del SSN, distillando le peculiarità che intrecciarono il movimento per la riforma sanitaria con una «incoercibile pressione dal basso», con le aspirazioni trasformative del tessuto sociale e degli assetti istituzionali, con pratiche politiche e partecipative inedite e con un fermento intellettuale di ampio respiro.

Di seguito, i due link di riferimento: «Le Carte e la Storia» e «Studi Storici».