L’articolo analizza il ruolo della Sip, principale azienda elettrica di Stato, nelle vicende che segnarono il settore tra la fine della guerra e la nazionalizzazione del 1962. In particolare, il saggio si concentra sugli interessi economici dell’impresa – esigenze di finanziamento, struttura produttiva e risultati conseguiti – per spiegare la posizione assunta rispetto alle due questioni centrali del periodo: la politica tariffaria e il dibattito sulla nazionalizzazione. Lo studio offre così nuovi elementi per comprendere il rapporto tra capitale pubblico e industria elettrica nell’Italia del secondo dopoguerra.
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