Il percorso espositivo si muove lungo tre assi: la messa a fuoco di misure di prevenzione da parte tecnici specializzati (ingegneri e medici); la comunicazione alle aziende e ai dipendenti in tema di sicurezza del lavoro; infine, le forme della protesta e della richiesta di misure di protezione da parte delle organizzazioni sindacali. In particolare la mostra documenta l’evoluzione della comunicazione antinfortunistica, sollecitata dal radicalizzarsi del conflitto operaio nel corso degli anni Sessanta. Da questo punto di vista, particolare rilievo assumo il lavoro di un artista come Eugenio Carmi a Genova e il suo rapporto con Italsider.
Un segmento locale con documenti originali e immagini materiali provenienti dagli archivi di CGIL di Reggio Emilia e dall’Archivio Storico Officine Reggiane arricchisce la mostra a Spazio Gerra, che presenta inoltre una sezione fotografica con immagini di Uliano Lucas e Toni Nicolini, due fotoreporter milanesi che tra gli anni ’60 e gli anni ’80 hanno ritratto le condizioni di lavoro nelle grandi fabbriche.
La mostra è curata da Fondazione ISEC (Istituto per la storia dell’età contemporanea Milano) e MUSIL (Museo dell’Industria e del lavoro Brescia) con Studio +Fortuna.