Con l'intento di incoraggiare lo scambio fra ricercatori nel campo delle scienze sociali e in quello della medicina, il gruppo « 350 tonnes et des poussières » e il laboratoire Pacte invitano a inviare candidature per il workshop Résidu et oubli : la fabrique des héritages toxiques. Réflexions croisées à partir du cas exemplaire de l’amiante. XXe – XXIe siècles. Il workshop si terrà a Grenoble il 23 e 24 giugno 2025.
L’amianto è diventato un materiale del passato. Oggetto di lotte sociali negli anni ’70 (Johnston, McIvor, 2000; Devinck, 2011; Moll François, 2019), di battaglie tra esperti nel decennio successivo (Collectif 350 Tonnes et des poussières, 2022) e di scandali mediatici alla fine del XX secolo (Henry, 2007), l’amianto è stato spesso trattato con toni rassicuranti. La finzione, sostenuta dagli industriali, di un “uso controllato” delle fibre di amianto (Henry, 2005) è stata poi sostituita dalla convinzione che leggi di divieto potessero risolvere definitivamente il problema.
Oggi, l’uso dell’amianto è vietato nella maggior parte dei Paesi industrializzati: dalla Svezia (1986) al Canada (2018), passando per la Francia (1997) e la Corea del Sud (2015). La forza simbolica di queste leggi suggerisce che gli effetti delle fibre di amianto siano ormai relegati al passato. Queste società (post-industriali) sembrano essere entrate in una modernità riflessiva, consapevoli dei rischi tossici e dotate degli strumenti per regolarli. L’amianto, quindi, sarebbe diventato un caso archiviato.
Tuttavia, diversi studi di storia ambientale e sociologia della scienza hanno dimostrato che la narrativa di una “presa di coscienza” improvvisa sugli effetti nocivi dell’amianto è in realtà una finzione (Boudia e Jas, 2007; Pestre e Fressoz, 2013; Sellers, 2016). Molti attori erano già consapevoli della patogenicità dell’amianto all’inizio del XX secolo (McCullock e Tweedale, 2008). La circolazione e l’appropriazione di queste conoscenze non avvennero in modo lineare, in un contesto generale di dubbio (Michaels, 2008; Oreskes, Conway, 2010; Proctor, 2008) e di scienza non documentata (Hess, 2016), generando regimi di “percepibilità” molto diversi (Murphy, 2006) a seconda delle aree e degli attori coinvolti.
In Francia, come altrove, la mobilitazione delle vittime ha avuto un ruolo essenziale: prima per ottenere limiti di esposizione (Counil, Henry, 2016), poi per vietare nuovi usi (Goulet, Vinck, 2022). Quali sono le possibili traiettorie di una sostanza tossica dopo che ne è stato vietato l’uso?
Di seguito alcune delle linee tematiche proposte:
Lavoro e invisibilità
Divisione internazionale del lavoro e diffusione dei rischi tossici.
Espansione del mercato della rimozione dell’amianto.
Conflitti di definizione tra salute occupazionale e salute ambientale
Strategie per nascondere i rischi associati all’amianto.
Legittimazione delle vittime e priorità nelle politiche pubbliche.
Eredità tossiche
Percezioni locali dei siti contaminati da amianto.
Valorizzazione delle eredità industriali tossiche.
Modalità di partecipazione e scadenze
Le proposte di contributo (titolo, sintesi di massimo 2000 caratteri con metodologia e campo di indagine, CV di una pagina) devono essere inviate entro il 15 gennaio 2025 a:
350tonnesetdespoussieres@groupes.renater.fr
I testi finali (circa 40.000 caratteri) dovranno essere consegnati entro il 2 giugno 2025.
Lingue del convegno: francese e inglese.
Le proposte di giovani ricercatori sono particolarmente incoraggiate.
Per ulteriori informazioni si rimanda al bando originale: https://leruche.hypotheses.org/files/2024/11/CFP-AAC-ResidOblivion.pdf