Al presente

Sì! La Comune di Parigi è viva!

di Patrick Simon

Les Amies et Amis de la Commune de Paris 1871

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Esiste uno spettro che continua a spaventare la vita politica francese, è quello della Comune di Parigi del 1871. Ancora oggi, lo statuto riservato dalla Repubblica francese ai comunardi fa discutere. Bisognerà aspettare l’autunno del 2016 perché l’assemblea nazionale, in seguito ad un dibattito storico animato, voti un testo che proclama “la riabilitazione di tutte le vittime della repressione anti-comunarda”. Un “atto solenne” per “dovere di storia”, iniziato dai socialisti e sostenuto dal Presidente della commissione degli Affari culturali. Per il deputato parigino, Patrick Bloche, “il tempo è ormai venuto per la Repubblica” di rendere “giustizia” ai comunardi “vittime di una repressione impietosa”.

Nessun dubbio che per l’anno 2021 e il 150° anniversario della Comune, era necessario un controcanto per un avvenimento che sta tornando ad essere un riferimento maggiore per il mondo del lavoro in Francia e nel mondo. Ed è così che, nel 2021 la basilica del Sacro Cuore ha ottenuto la consacrazione a monumento storico. Non dimentichiamo che il Sacro Cuore fu eretto, in fine, per espiare i peccati dei comunardi, perché la Comune fu, sotto diversi punti di vista, il simbolo del divorzio tra la chiesa cattolica e le classi popolari. Anche se si è trattato del resultato di un’alleanza ideologica tra questa e i possidenti, su periodo ben più lungo. Questa provocazione dell’iscrizione del Sacro Cuore ai monumenti storici ha innescato una reazione tale (petizioni, dibattiti infuocati al Consiglio comunale di Parigi) da essere rinviata al 2022.
Non è stato lo stesso per l’iniziativa venuta dalle maggiori cariche dello Stato. L’anno 2021 è stato ufficialmente consacrato al bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte. Per chiarire le cose, Emmanuel Macron ha fatto un'affermazione tanto chiara politicamente quanto falsa storicamente. È stato il famoso: "Quando la Repubblica si rifugiò a Versailles!”. Il riferimento del Presidente era Adolphe Thiers.

Tuttavia, le cose non sono andate come previsto. Sorvoliamo su un elenco di celebrazioni della morte di Napoleone Bonaparte che, a quanto mi risulta, non è mai stato pubblicato, tanto sarebbe stato famelico. La sorpresa è arrivata dallo straordinario impatto del 150° anniversario, nonostante le limitazioni organizzative dovute a una pandemia che ha occupato quasi tutto il campo dei media e a un governo che non voleva che si parlasse della Comune. Gli amici della Comune di Parigi sono stati, il più delle volte, i primi ad essere piacevolmente sorpresi da questo successo.
Il bilancio è chiaro. In più di trecento Comuni francesi si è svolta almeno una celebrazione pubblica del 150° anniversario della Comune di Parigi, iniziative piccole o grandi, non virtuali, alle quali chiunque poteva partecipare. Naturalmente, in molte città ve ne sono state diverse, e a Parigi erano particolarmente importanti. Nella capitale la partecipazione alle varie manifestazioni di piazza è stata eccezionale.
L'importanza di queste iniziative in provincia è ovviamente il risultato dell'importanza nazionale dell'evento storico, che spesso si ritroverà, ad esempio, nelle manifestazioni locali del 1° maggio che celebravano anche il 150° anniversario della Comune di Parigi. È stato anche merito delle "Communes de province" che si sollevarono (Le Creusot, Limoges, Lione, Marsiglia, Narbonne, Saint-Étienne e Tolosa), solidale con la Comune di Parigi, soprattutto perché all'epoca esisteva un movimento politico communaliste. Infine, [l’importanza di queste iniziative in provincia] è legata anche al fatto che molti comunardi erano originari di diverse regioni e hanno acquisito notorietà nel loro territorio d'origine grazie alla loro partecipazione alla Comune di Parigi del 1871. I quotidiani regionali, nella maggior parte dei casi, hanno coperto bene questi eventi, a differenza dei grandi giornali nazionali. La Comune di Parigi è divenuta tanto facilmente un riferimento perché aveva radici in tutta la Francia e ne abbiamo avuto la prova, ancora oggi.

Lo stesso vale per l’eco internazionale della Comune di Parigi. Deve ovviamente la sua origine agli ideali messi in pratica e alla chiarezza del confronto che ha assunto. Ma lo deve anche al numero di comunardi stranieri e, in molti casi, alle responsabilità che ricoprirono nell'ambito della Comune alcuni dei nomi più emblematici: Leo Frankel, Elizabeth Dmitrieff, Anna Jaclard, Jaroslaw Dombrowski, Walery Wrobleski.
All'epoca, il numero di stranieri a Parigi era stimato in poco più di 100.000 persone per una città di 2 milioni di abitanti. Ma alcuni stranieri si unirono all'insurrezione, una volta dichiarata, in un contesto di solidarietà internazionalista. In termini militari, per dare un'idea della loro importanza, 116 stranieri erano ufficiali nei battaglioni distrettuali della Guardia Nazionale e quattro comunardi polacchi avevano il grado di generale.
Gli italiani non sono stati da meno. Il 24 marzo, la Comune di Parigi chiama Giuseppe Garibaldi a prendere il comando della Guardia Nazionale. Quest'ultimo, che all’epoca aveva più di sessantatré anni, rifiutò la proposta, ma si schierò a favore della Comune e incoraggiò i suoi compagni, a partire dal figlio Menotti, ad andare a combattere per essa. Citiamo alcuni illustri comunardi italiani: Adolfo Assi, Amilcare Cipriani, il tenente Enrico Magherini, il capitano Amabile Humbert detto "Il Garibaldino", Giovanni Defendi, Carlo Piazza, Pier Luigi Savio, Luciano Combatz, direttore dei telegrafi del Comune. La repressione dei comunardi stranieri fu particolarmente feroce da parte dei Versaillais. Gli ideali della Comune toccarono altre nazioni, tanto più facilmente perché incarnati da alcuni dei loro cittadini che non rimasero inattivi dopo la Comune.

La copertura del 150° anniversario è stata quindi molto forte anche a livello internazionale per quello che abbiamo potuto valutare in Europa, in particolare in Italia, Germania e Belgio, ma anche in Asia e Africa, passando per le Americhe da Nord a Sud e persino per l'Oceania. Sono proprio le sue dimensioni regionali, nazionali e internazionali e il messaggio di progresso universale che portava con sé a rendere la Comune di Parigi ancora oggi molto viva e al tempo stesso estremamente attuale.

Se lasciamo la dimensione geografica della celebrazione del 150° anniversario della Comune di Parigi per affrontare la sua dimensione politica, dobbiamo ammettere che essa continua a unire tutte le correnti politiche del movimento operaio, il che si spiega con il suo ruolo di matrice politica. Quando si parla di Comune, la differenza tra socialisti, comunisti e anarchici viene accettata e non impedisce di lavorare insieme, il settarismo viene eliminato. Il suo lavoro sociale l’ha resa un punto di riferimento per almeno due grandi sindacati francesi, la Confédération Générale du Travail (CGT) e la Force Ouvrière (FO) e un sindacato più piccolo, la Confédération Nationale du Travail (CNT). Ha anche il sostegno dei difensori della laicità, una questione delicata in Francia.

Per questo 150° anniversario, l'associazione degli amici della Comune di Parigi ha scelto di mettere in evidenza il ruolo delle donne durante la Comune. In questo senso, oltre all'associazione, ci sono state numerose iniziative organizzate dal movimento femminista, molte delle quali hanno messo in luce donne comunarde diverse da Louise Michel (il successo di quest'ultima deriva probabilmente dal fatto che il suo pensiero è alla confluenza tra politica, femminismo e mondo dell'educazione).

L’ultimo centocinquantesimo anniversario della Comune di Parigi, grazie a un arco di forze politiche, sindacali, associative e di iniziativa cittadina che hanno fatto della Comune di Parigi un successo, imprevisto dai suoi detrattori, ci spinge a perseguire con entusiasmo la diffusione dei suoi ideali.